Siamo già stati sull’argomento recentemente (CFR – Settore retail: 2 vie per fronteggiare la crisi): il mondo retail necessita di novità, di nuovi canali, di ottimizzazione delle spese e senza dubbio di imparare la lingua del consumatore moderno. Oggi raccontiamo il caso ShopAlike.
Per fare tutto ciò la risposta più ovvia è: vendere (anche) online. Osserviamo alcuni numeri…
Incidenza sul fatturato delle spese di affitto: + 0,65%.
Incidenza sul fatturato dei costi del personale: + 0,50%.
Sell-out nei centri commerciali: segno “meno” ovunque… – 3,2% in generale (elettronica di consumo – 7,4%; tempo libero/regali – 5,5%).
Metà del margine netto letteralmente mangiato da aumenti e crisi.
Dati 2012 – E-shop
+ 144% di vendite (soprattutto moda, tech e food);
+ 161% di aumento delle entrate per le aziende coinvolte;
+ 56% di ordini ricevuti online.
ShopAlike.it: un super aggregatore
Se una volta si parlava dei grandi brand della distribuzione organizzata, forti della loro pervasività sul territorio, sulla base dei dati sopra riportati oggi i protagonisti non possono che essere principalmente virtuali.
ShopAlike è un caso simbolo, che va oltre anche ai classici e-commerce: si tratta, infatti, di un “aggregatore” internazionale che include il meglio degli e-commerce attivi su un’unica piattaforma. Zalando, eBay, Asos, Spartoo, Douglas, La Perla, Vans, Fornarina sono alcuni dei negozi più conosciuti già integrati in ShopAlike (i negozi partner in totale sono ben oltre 6mila): questo modello è chiaramente pro-utente finale, poiché è possibile fare un confronto diretto e rapido tra i vari prodotti disponibili nelle varie piattaforme.
Un centro commerciale virtuale e “mondiale”, dunque, che riassume in sé la velocità dell’e-shop, l’ampiezza di un centro commerciale e la praticità di un comparatore di prezzi.
Accessibilità
Profondità di assortimento, risparmio ma anche grande accessibilità: accessibilità tecnologica con le efficaci e rapide app per iPhone, iPad, tablet, Android e Windows Phone; accessibilità in termini di comunicazione, grazie alle piattaforme disponibili in tutto il mondo.
La lingua e la comprensione della piattaforma per i clienti, come si vede dall’immagine, non è di certo un problema…
La versione italiana di ShopAlike nasce nel 2010, per merito di Visual Meta (a sua volta lanciata da Rocket Internet), compagnia tedesca del gruppo Axel Springer, leader del mercato editoriale tedesco (e l’editoria italiana, che fa?).
Questo caso, concretissimo, dimostra come il retail (ma anche altri mondi come l’editoria, che devono – volenti o nolenti – sviluppare nuove strategie senza dubbio online per la loro sopravvivenza) è in un periodo di profonda e necessariamente rapida trasformazione.
Il mutamento passa di sicuro attraverso un ripensamento dei punti vendita fisici e forti investimenti nell’online, che non è più “il futuro” ma già da qualche anno un concreto, redditizio e complicato presente.
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Siamo già stati sull’argomento recentemente (CFR – Settore retail: 2 vie per fronteggiare la crisi): il mondo retail necessita di novità, di nuovi canali, di ottimizzazione delle spese e senza dubbio di imparare la lingua del consumatore moderno. Oggi raccontiamo il caso ShopAlike.
Per fare tutto ciò la risposta più ovvia è: vendere (anche) online. Osserviamo alcuni numeri…
[Leggi la nostra guida gratuita per aprire il tuo negozio online –> bee-social.it/come-aprire-un-negozio-online]Dati 2012 – Retail classico
Dati 2012 – E-shop
+ 144% di vendite (soprattutto moda, tech e food);
+ 161% di aumento delle entrate per le aziende coinvolte;
+ 56% di ordini ricevuti online.
ShopAlike.it: un super aggregatore
Se una volta si parlava dei grandi brand della distribuzione organizzata, forti della loro pervasività sul territorio, sulla base dei dati sopra riportati oggi i protagonisti non possono che essere principalmente virtuali.
ShopAlike è un caso simbolo, che va oltre anche ai classici e-commerce: si tratta, infatti, di un “aggregatore” internazionale che include il meglio degli e-commerce attivi su un’unica piattaforma. Zalando, eBay, Asos, Spartoo, Douglas, La Perla, Vans, Fornarina sono alcuni dei negozi più conosciuti già integrati in ShopAlike (i negozi partner in totale sono ben oltre 6mila): questo modello è chiaramente pro-utente finale, poiché è possibile fare un confronto diretto e rapido tra i vari prodotti disponibili nelle varie piattaforme.
Un centro commerciale virtuale e “mondiale”, dunque, che riassume in sé la velocità dell’e-shop, l’ampiezza di un centro commerciale e la praticità di un comparatore di prezzi.
Accessibilità
Profondità di assortimento, risparmio ma anche grande accessibilità: accessibilità tecnologica con le efficaci e rapide app per iPhone, iPad, tablet, Android e Windows Phone; accessibilità in termini di comunicazione, grazie alle piattaforme disponibili in tutto il mondo.
La lingua e la comprensione della piattaforma per i clienti, come si vede dall’immagine, non è di certo un problema…
La versione italiana di ShopAlike nasce nel 2010, per merito di Visual Meta (a sua volta lanciata da Rocket Internet), compagnia tedesca del gruppo Axel Springer, leader del mercato editoriale tedesco (e l’editoria italiana, che fa?).
Questo caso, concretissimo, dimostra come il retail (ma anche altri mondi come l’editoria, che devono – volenti o nolenti – sviluppare nuove strategie senza dubbio online per la loro sopravvivenza) è in un periodo di profonda e necessariamente rapida trasformazione.
Il mutamento passa di sicuro attraverso un ripensamento dei punti vendita fisici e forti investimenti nell’online, che non è più “il futuro” ma già da qualche anno un concreto, redditizio e complicato presente.
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