Il caso Splash – fare impresa si può

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[dropcaps]O[/dropcaps]ggi presentiamo un punto di vista particolare: quello di Carlo, giovane imprenditore che sta riuscendo nel suo sogno di fare impresa durante la crisi.
Carlo Maria Spadon alias Carlo Maria Splash!, nasce il 4 Novembre 1988 a Rovigo, ottiene la maturità Artistica con 2 anni di ritardo, prosegue gli studi come programmatore di eventi culturali a Ferrara, ma causa impegni dell’attività lascia gli studi per dedicarsi completamente ad essa.
Figlio di imprenditori, cresce con una mentalità aperta e ben predisposta per il commercio e tutto ciò che ruota attorno a questo per ottenere e creare ciò che più gli interessa.
Ama tutti gli sport, narcisista, convinto che volere è potere, odia la politica Italiana ma adora l’Italia: impacciato con le lingue e nella matematica, crede in se stesso più di qualsiasi altra cosa al mondo. Religioso/cristiano perché un imprenditore senza fede non è un imprenditore.

1) Quando hai deciso che saresti diventato imprenditore?

Decisi di diventare imprenditore inizio del 2009, all’età di 20 anni,esattamente quando creai Splash. Finite le scuole, mi arresi al fatto che gli studi non fossero il mio futuro, ma lo feci consapevole che avrei scelto una delle strade più dure da affrontare oggigiorno.

2) Un tema caldo: fare impresa e creare la propria start-up. Quali sono state le difficoltà incontrate?

Fare impresa e creare la propria start-up, all’inizio dell’avventura Splash, era una voce che non avevo nemmeno preso in considerazione. Non esiste un piano ben definito sull’iniziazione di un impresa ma solo i buoni propositi per portarla avanti. Le difficoltà incontrate sono state di vari livelli e soprattutto di varie importanze, bisogna mettere in prima linea il lavoro, finire di scherzare e cazzeggiare, cercare di affrontare ogni problema con la massima calma e rigore.
Solo una cosa ti può aiutare nello start-up, ed è la famiglia: tu parti solo ed indifeso come quando nasci, anche la tua azienda sta nascendo dunque la famiglia e gli affetti devono stare in trincea con te, solo cosi’ sarai un vincente e crederai che cio’ che fai andrà per il meglio, soprattutto all’inizio.

3) Fare impresa in Italia: cosa vuol dire oggi?

Non esiste fare impresa in Italia, purtroppo oggi viviamo in un periodo che nessuno o pochi riescono a capire e promuovere le aziende giovani o in start-up. L’Italia non pensa assolutamente a investire e promuovere questo tipo di attività.
Ci sono molte associazioni nelle citta’ nelle quali sono iscritto o banche che non sanno come affrontare ed aiutare giovani imprenditori.

4) Chi o cosa invece ti ha aiutato nel credere e costruire la tua idea?

Come dissi in precedenza, l’autostima di un imprenditore deve essere alla base per affrontare ogni tipo di problema: ciò che sorregge tutto questo è la famiglia e gli affetti che regolarmente devono appoggiare e reagire assieme all’imprenditore, nel bene e nel male.
Credere che ci sia una svolta e che ci sia una via d’uscita da ogni situazione è fondamentale per affrontare un’impresa.

5) Splash, il tuo brand: cosa significa per te e quali sono i valori che veicola? Ti ispiri ad altri brand quando immagini Splash?

Splash nasce principalmente per fare impresa, un idea imprenditoriale basata sulla moda e lo stile: questi hanno sempre fatto parte della mia vita e del mio essere. L’idea è cercare di rinnovarsi, di piacere e far piacere ciò che tu pensi, crei, o ciò a cui tu ambisci. Principalmente non mi ispiro a nessun brand quando penso a Splash, cerco di creare dello stile sempre più definito ed alternativo ideando capi che si adattano al momento e colori che escono dagli schemi.

6) Lato Social Media e Web Marketing: ci sono delle leve che a tuo avviso possono aiutare la crescita di una start-up come la tua? O sono “giochi” non realmente utili per lo sviluppo di un business?

Sicuramente oggigiorno bisogna fare tesoro delle tecnologie e dei nuovi media: i social network in primis.
Bisogna saper sfuttare però le loro potenzialità. Sicuramente la tecnologia per l’imprenditore serve moltissimo anche se io mi ritengo uno della vecchia scuola, quando la carta e la penna dominavano.

7) Obiettivi prossimi? Come sarà Splash tra 5 anni? Parlaci dei tuoi progetti futuri!

I miei obiettivi futuri saranno quelli di raggiungere un equilibrio – crisi permettendo – avviare un paio di punti vendita nuovi (nel giro di 5 anni vorrei ottenere 4/5 punti vendita) in italia e non: sto puntando a Mumbai e Londra. “Sembrano mete irraggiungibili” ma è esattamente questo che ho detto quando pensavo che Splash fosse una follia.

Grazie Carlo e in bocca al lupo!

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