Come sarebbe il mondo senza Internet? Una prospettiva improbabile, ma assolutamente ipotizzabile. Uno scenario sicuramente distopico e oscuro, che segnerebbe un salto nel passato considerevole di più di 50 anni. Niente più mail e social network, scordatevi gestionali e sistemi cloud. Francobolli al posto dei tweet, enciclopedie al posto di wikipedia, i-pad neanche a considerarli. La comunicazione subirebbe un brusco arresto, l’economia pure: molti lavori perderebbero ragion d’essere, altri verrebbero ridisegnati su carta e calamaio. Come ha sottolineato Mashable con un’infografica (che vi riportiamo), Facebook da solo in questi anni ha creato circa 450.000 posti di lavoro e Internet, con l’evoluzione della rete, contribuisce in tempo reale a creare e mutare le dinamiche del lavoro esistente. Internet crea 2,6 posti di lavoro per ogni occupazione che diventa obsoleta a causa dell’innovazione.
Oggi eravamo presenti al Pwes3 (Pane Web e Salame) e tra le tante tematiche si è discusso anche di informazione e frammentarietà della rete. Se da un lato infatti, il web è in constante evoluzione e genera nuovi lavori e nuove metriche di valore (culturale, sociale, economico), dall’altro lato implementa il caos informativo dei contenuti. Non a caso è emersa la necessità di creare ulteriori filtri valoriali per “guidare” l’utente nel maremagnum della rete. E’ stato sottolineato in più di un intervento, come la cura di contenuti di qualità, e la riconoscibilità degli stessi (a livello personale) con metriche superiori a quelle che determinano oggi l’influenza e l’attenzione in rete, sia una necessità per in nuovo “web cellulare” che verrà, 3.0 o semantico che sia.
Un mondo senza rete sarebbe devastante, soprattutto dopo averne annusato le potenzialità e quello che potrà essere. Un salto nel vuoto senza connessioni, un ritorno a valori più stabili, ma drasticamente più statici. Come sottolinea l’Infografica i gradi di separazione aumenterebbero, le distanze culturali pure. All’interno di questa dicotomia tra innovazione e tradizione, recuperare valori “artigianali”, “letterari”, “comunitari” che richiamano ad un passato senza rete potrebbe però essere una soluzione alla frammentazione. Valori che devono essere traslati nel pensiero dell’uomo moderno e iperconnesso, all’interno del modello sociale a rete, superando i confini digitali. La contaminazione tra passato e presente potrà dunque offrire nuovi modelli di gestione e organizzazione tra materiale e immateriale, tra il web e le persone in carne ed ossa.
Possiamo solo fare delle ipotesi. Secondo voi come sarebbe un mondo senza rete? Come potrà evolvere Internet nel prossimo futuro?
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Come sarebbe il mondo senza Internet? Una prospettiva improbabile, ma assolutamente ipotizzabile. Uno scenario sicuramente distopico e oscuro, che segnerebbe un salto nel passato considerevole di più di 50 anni. Niente più mail e social network, scordatevi gestionali e sistemi cloud. Francobolli al posto dei tweet, enciclopedie al posto di wikipedia, i-pad neanche a considerarli. La comunicazione subirebbe un brusco arresto, l’economia pure: molti lavori perderebbero ragion d’essere, altri verrebbero ridisegnati su carta e calamaio. Come ha sottolineato Mashable con un’infografica (che vi riportiamo), Facebook da solo in questi anni ha creato circa 450.000 posti di lavoro e Internet, con l’evoluzione della rete, contribuisce in tempo reale a creare e mutare le dinamiche del lavoro esistente. Internet crea 2,6 posti di lavoro per ogni occupazione che diventa obsoleta a causa dell’innovazione.
Oggi eravamo presenti al Pwes3 (Pane Web e Salame) e tra le tante tematiche si è discusso anche di informazione e frammentarietà della rete. Se da un lato infatti, il web è in constante evoluzione e genera nuovi lavori e nuove metriche di valore (culturale, sociale, economico), dall’altro lato implementa il caos informativo dei contenuti. Non a caso è emersa la necessità di creare ulteriori filtri valoriali per “guidare” l’utente nel maremagnum della rete. E’ stato sottolineato in più di un intervento, come la cura di contenuti di qualità, e la riconoscibilità degli stessi (a livello personale) con metriche superiori a quelle che determinano oggi l’influenza e l’attenzione in rete, sia una necessità per in nuovo “web cellulare” che verrà, 3.0 o semantico che sia.
Un mondo senza rete sarebbe devastante, soprattutto dopo averne annusato le potenzialità e quello che potrà essere. Un salto nel vuoto senza connessioni, un ritorno a valori più stabili, ma drasticamente più statici. Come sottolinea l’Infografica i gradi di separazione aumenterebbero, le distanze culturali pure. All’interno di questa dicotomia tra innovazione e tradizione, recuperare valori “artigianali”, “letterari”, “comunitari” che richiamano ad un passato senza rete potrebbe però essere una soluzione alla frammentazione. Valori che devono essere traslati nel pensiero dell’uomo moderno e iperconnesso, all’interno del modello sociale a rete, superando i confini digitali. La contaminazione tra passato e presente potrà dunque offrire nuovi modelli di gestione e organizzazione tra materiale e immateriale, tra il web e le persone in carne ed ossa.
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