Sono stato alla Crowdsourcing Week Venice in H-Farm, un evento centrato sul tema del Crowdsourcing e organizzato grazie alla collaborazione di Zooppa e H-Farm.
Devo ammettere che io stesso, nonostante fossi affascinato dal tema, sottovalutavo le potenzialità di questo approccio, ampiamente sperimentato in questi anni, con successo.
Se prima dell’evento la definizione più comune di CS che mi girava in testa era – detto male – quell’approccio in cui le aziende usano i contenuti generati dagli utenti; dopo la sfilata di storie e relatori di successo, inquadrerei più il Crowdsourcing come:
una nuova via per fare innovazione che punta esclusivamente sul vero e storico fulcro del marketing: il consumatore
Che non significa parlare con i fan su Facebook (Social Media = connessioni, non innovazione) ma, semmai, far loro spazio nei momenti creativi e decisionali di un brand.
Si sono ridefinite addirittura delle nuove “P” del marketing che sa ascoltare (sono 5: People, Purpose, Participation, Productivity, Platform – Epi Ludvik Nekaj): questo approccio prende forza dalle persone, dagli utenti, che in senso letterale formano e governano internet.
I casi di successo presentati sono a dir poco eclatanti: impossibile citarli tutti, ne seleziono solo 3 che danno idea dell’imponenza di questo approccio sempre più poderoso.
AirBnb
basta hotel: le stanze per le vacanze sono messe a disposizione dai privati di tutto il mondo
Passato: Intercontinental è riuscita a rendere disponibili, con metodi tradizionali, 650 mila stanze in 63 anni di lavoro.
Presente (e futuro): lo stesso numero di stanze, 650 mila, è stato raggiunto da AirBnb in soli 6 anni, grazie alle persone e alle nuove tecnologie disponibili ovunque.
Be My Eye
un grande lavoro (di monitoraggio per il retail, ad esempio) viene spezzettato in tanti micro-lavori svolti dagli utenti in tutta Italia.
Nel 2014, la piattaforma di Crowdworking (microlavori di mystery shopping eseguiti tramite smartphone dalle persone comuni, in poco più di un’ora) è stata ingaggiata da 60 aziende, ha raccolto 300 mila foto degli utenti, organizzando ben 67 mila visite di controllo nei negozi richiesti dalle aziende clienti. Ha dato micro-lavoro a 50 mila “eyes” (persone).
BlaBlaCar
per spostarsi si sfruttano i passaggi di altre persone che, privatamente, mettono a disposizione posti auto.
Blablacar ha più passeggeri dell’Eurostar. Già questo fatto dovrebbe far pensare… ma lascio parlare i numeri:
– oltre 220 milioni di euro complessivi risparmiati dagli utenti (benzina, consumi vari)
– 700.000 tonnellate di CO2 risparmiate fino ad oggi
– risparmio medio del 75% sugli spostamenti, soprattutto su quelli last minute
Da B2B e B2C a… H2H: Human to Human
Uno degli interventi più illuminanti è stato quello del guru Sean Moffitt, di Wikibrands, il quale ha spinto molto sul concetto di “trust reputation currency“: se il potere risiede sempre più nelle mani degli utenti, come massa, si capisce come anche il valore della propria reputazione online e della propria capacità di influenzare altri utenti sia sempre più fondamentale in futuro (e lautamente remunerabile dalle aziende).
Ecco che da modelli Business to Business e Business to Consumer si ipotizza un modello decisamente più fluido, in cui sono le persone a co-creare e a generare innovazione e profitti: Human to Human.
Ad oggi, comunque, il Crowdsourcing ha applicazioni di successo in particolare nel mondo finance e no-profit; i motivi sono numerosi, ma 3 sono gli aspetti principali per cui le aziende non possono davvero più fare a meno della massa di clienti e potenziali clienti (fonte: Matteo Sarzana, fondatore di Zooppa):
1
E’ garantito l’accesso rapido a elevate capacità e conoscenze; in passato impossibile (geograficamente, numericamente, qualitativamente)
2
Il cambiamento culturale è già in atto: non si deve per forza essere dipendenti dal posto fisso, poiché nascono e si affermano nuove piattaforme per lavorare (dovunque tu sia, per gente di tutto il mondo)
3
Fattore tecnologico: impossibile, ieri, avere contenuti di qualità a costo basso come invece avviene oggi (ex. questa pubblicità di Bentley è stata girata con un iphone 5s)
Questi 3 grandi motivi a favore del Crowdsourcing valgono nel momento in cui l’azienda si prende la responsabilità di definire il proprio percorso strategico: “curation” significa selezionare i contenuti crowd migliori in linea con la strategia, premiando chi ha partecipato e, soprattutto, chi ha vinto eventuali concorsi di idee lanciati in relazione ai vari progetti.
Non siete interessati a partecipare all’innovazione delle aziende? La partecipazione, in realtà, pervade anche altri aspetti della vita di tutti, come la semplice convivenza nella società civile e nella vita cittadina: Marco Passarella equipara l’innovazione alla partecipazione, nel citare alcuni esempi illuminanti di governo locale 2.0.
Insomma, in qualunque settore strategia efficace e coinvolgimento della base portano e porteranno sempre più innovazione genuina e grande efficienza: basta avere il coraggio di abbandonare i vecchi schemi, le solite prassi, innescando il valore latente nascosto nella massa di utenti.
Attenzione – Non farete alcuna rivoluzione e non sarete in realtà poi così originali: il cambiamento è già cominciato da un pezzo.
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Sono stato alla Crowdsourcing Week Venice in H-Farm, un evento centrato sul tema del Crowdsourcing e organizzato grazie alla collaborazione di Zooppa e H-Farm.
Devo ammettere che io stesso, nonostante fossi affascinato dal tema, sottovalutavo le potenzialità di questo approccio, ampiamente sperimentato in questi anni, con successo.
Se prima dell’evento la definizione più comune di CS che mi girava in testa era – detto male – quell’approccio in cui le aziende usano i contenuti generati dagli utenti; dopo la sfilata di storie e relatori di successo, inquadrerei più il Crowdsourcing come:
Che non significa parlare con i fan su Facebook (Social Media = connessioni, non innovazione) ma, semmai, far loro spazio nei momenti creativi e decisionali di un brand.
Si sono ridefinite addirittura delle nuove “P” del marketing che sa ascoltare (sono 5: People, Purpose, Participation, Productivity, Platform – Epi Ludvik Nekaj): questo approccio prende forza dalle persone, dagli utenti, che in senso letterale formano e governano internet.
I casi di successo presentati sono a dir poco eclatanti: impossibile citarli tutti, ne seleziono solo 3 che danno idea dell’imponenza di questo approccio sempre più poderoso.
AirBnb
basta hotel: le stanze per le vacanze sono messe a disposizione dai privati di tutto il mondoPassato: Intercontinental è riuscita a rendere disponibili, con metodi tradizionali, 650 mila stanze in 63 anni di lavoro.
Presente (e futuro): lo stesso numero di stanze, 650 mila, è stato raggiunto da AirBnb in soli 6 anni, grazie alle persone e alle nuove tecnologie disponibili ovunque.
Be My Eye
un grande lavoro (di monitoraggio per il retail, ad esempio) viene spezzettato in tanti micro-lavori svolti dagli utenti in tutta Italia.Nel 2014, la piattaforma di Crowdworking (microlavori di mystery shopping eseguiti tramite smartphone dalle persone comuni, in poco più di un’ora) è stata ingaggiata da 60 aziende, ha raccolto 300 mila foto degli utenti, organizzando ben 67 mila visite di controllo nei negozi richiesti dalle aziende clienti. Ha dato micro-lavoro a 50 mila “eyes” (persone).
BlaBlaCar
per spostarsi si sfruttano i passaggi di altre persone che, privatamente, mettono a disposizione posti auto.Blablacar ha più passeggeri dell’Eurostar. Già questo fatto dovrebbe far pensare… ma lascio parlare i numeri:
– oltre 220 milioni di euro complessivi risparmiati dagli utenti (benzina, consumi vari)
– 700.000 tonnellate di CO2 risparmiate fino ad oggi
– risparmio medio del 75% sugli spostamenti, soprattutto su quelli last minute
Da B2B e B2C a… H2H: Human to Human
Uno degli interventi più illuminanti è stato quello del guru Sean Moffitt, di Wikibrands, il quale ha spinto molto sul concetto di “trust reputation currency“: se il potere risiede sempre più nelle mani degli utenti, come massa, si capisce come anche il valore della propria reputazione online e della propria capacità di influenzare altri utenti sia sempre più fondamentale in futuro (e lautamente remunerabile dalle aziende).
Ecco che da modelli Business to Business e Business to Consumer si ipotizza un modello decisamente più fluido, in cui sono le persone a co-creare e a generare innovazione e profitti: Human to Human.
Ad oggi, comunque, il Crowdsourcing ha applicazioni di successo in particolare nel mondo finance e no-profit; i motivi sono numerosi, ma 3 sono gli aspetti principali per cui le aziende non possono davvero più fare a meno della massa di clienti e potenziali clienti (fonte: Matteo Sarzana, fondatore di Zooppa):
1E’ garantito l’accesso rapido a elevate capacità e conoscenze; in passato impossibile (geograficamente, numericamente, qualitativamente)
2Il cambiamento culturale è già in atto: non si deve per forza essere dipendenti dal posto fisso, poiché nascono e si affermano nuove piattaforme per lavorare (dovunque tu sia, per gente di tutto il mondo)
3Fattore tecnologico: impossibile, ieri, avere contenuti di qualità a costo basso come invece avviene oggi (ex. questa pubblicità di Bentley è stata girata con un iphone 5s)
Questi 3 grandi motivi a favore del Crowdsourcing valgono nel momento in cui l’azienda si prende la responsabilità di definire il proprio percorso strategico: “curation” significa selezionare i contenuti crowd migliori in linea con la strategia, premiando chi ha partecipato e, soprattutto, chi ha vinto eventuali concorsi di idee lanciati in relazione ai vari progetti.
Non siete interessati a partecipare all’innovazione delle aziende? La partecipazione, in realtà, pervade anche altri aspetti della vita di tutti, come la semplice convivenza nella società civile e nella vita cittadina: Marco Passarella equipara l’innovazione alla partecipazione, nel citare alcuni esempi illuminanti di governo locale 2.0.
Insomma, in qualunque settore strategia efficace e coinvolgimento della base portano e porteranno sempre più innovazione genuina e grande efficienza: basta avere il coraggio di abbandonare i vecchi schemi, le solite prassi, innescando il valore latente nascosto nella massa di utenti.
Attenzione – Non farete alcuna rivoluzione e non sarete in realtà poi così originali: il cambiamento è già cominciato da un pezzo.
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