Per creare una strategia di comunicazione efficace è necessario partire da alcuni dati precisi che diano senso alla direzione che intendiamo intraprendere. Capire chi siamo e cosa vogliamo trasmettere, osservare cosa fanno i competitor, valutare stili e impatto ma soprattutto effettuare analisi incrociate mettendo in relazione obiettivi e strumenti con i risultati ottenuti. L’esperienza è determinante. Questo, in poche parole, è ciò che si dovrebbe fare prima di prendere una decisione senza dimenticarsi di coinvolgere il team.
Definire obiettivi
Un’azienda che vuole sviluppare una strategia di comunicazione deve prima di tutto chiedersi il perché di questa scelta. Essere visibili nella SERP di Google per una determinata chiave di ricerca, creare e fidelizzare una community sui social media, vendere più prodotti (aumentare il fatturato), aumentare le richieste di contatto, la notorietà di marca. Uno non esclude l’altro, questi sono i principali obiettivi che potremmo semplificare in due macro-categorie: brand awarness e lead generation.
Definire strumenti
È fondamentale scegliere lo strumento adatto in base alle necessità. Per fare ciò è bene partire dal proprio business, che tipo di attività avete?Come volete posizionarvi? Questo passaggio è molto delicato perché si tratta di scegliere le piattaforme sulle quali agire per comunicare con il pubblico. Rimanendo online, il mio consiglio è quello di partire da un sito corporate prestando con alberatura semplice, pagine di prodotto/servizio e landing page, fare attenzione alla Seo e lavorare con i social media. Prima di spingere sulla conversione è fondamentale creare i propri presidi con testi e grafica adatti, sviluppare un concept di dove si vuole andare, quali valori comunicare, quali prodotti evidenziare. Insomma creare il brand. Per fare ciò un ottimo strumento è il buon vecchio blog (WordPress per la facilità di gestione) che permette di creare contenuti e aiuta il posizionamento.
Definire KPI
Un KPI, indicatore chiave di prestazione, deve essere: rilevante, misurabile, positivo o negativo, legato a degli obiettivi specifici e gestibile. Online, per esempio, i KPI possono essere i tassi di click-through, la consapevolezza verso il marchio e il coinvolgimento degli utenti, emerso prepotentemente grazie ai social. Ora, quali sono gli indicatori da prendere in esame per il vostro progetto? Visite al sito web, richieste di contatto, vendite, aumento fan base, engagement, ore uomo sul progetto. È molto importante definire i parametri attraverso una comoda dashboard (anche su exel) con i KPI sulla colonna verticale e la timeline su quella orizzontale, e attenzione a non usare troppi indicatori.
Misurare risultati
È importante darsi un timing creando una roadmap di risultati da ottenere. Bisogna aver pazienza ed estrema cura del lavoro. Attraverso la dashboard si aggiorna e si monitora il progetto, valutando la relazione tra parametri diversi. Esistono indicatori di brand e di conversione, spesso queste due categorie sono legate, per cui se si riesce a sviluppare una storia forte, unica e credibile sarà sicuramente più semplice aumentare contatti, richieste e anche vendite. Per esempio, collegando uno storytelling efficace e mirato (blog, social media) a strumenti di conversione diretta (form, landing page, adv, ecommerce) sarà possibile ottenere un duplice risultato, magari canalizzando i visitatori target nel proprio sito web all’interno di percorsi prestabiliti.
Importante riflettere sulle conseguenze positive e misurabili, che si possono ottenere da un rafforzamento del brand, dell’identità, posizionandolo su valori differenti, legati alla tradizione, all’innovazione o al design. Diventare una case history è in tal senso un ottimo risultato: essere chiamato a fiere di settore oppure come testimonial ad eventi, può generare awarness e contatti al tempo stesso, con enormi benefici sulla lead.
Esistono inoltre alcune strategie che possono portare notevoli vantaggi.
Co-branding: abbinando il vostro nome ad un altro marchio magari complementare, è possibile comunicare sulla stessa lunghezza d’onda un messaggio univoco, creare un evento assieme o un prodotto dedicato.
Co-creation:l’azienda può sfruttare la forza della sua community per creare un prodotto che risponda agli stimoli e alle idee degli utenti. Una strategia di produzione che rafforza il brand posizionandolo e al contempo incrementa il rapporto con la propria base clienti.
Re-marketing: veicolare messaggi e soprattutto offerte personalizzate, in base all’interesse dell’utente, dopo un primo contatto, una prima visita al sito senza conversione.
Una serie di consigli e qualche spunto da tenere a mente nella creazione di un piano strategico integrato.Agire in fretta e imparare dagli errori sono fattori determinanti per correggere un progetto in corsa e raggiungere gli obiettivi prefissati.
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Per creare una strategia di comunicazione efficace è necessario partire da alcuni dati precisi che diano senso alla direzione che intendiamo intraprendere. Capire chi siamo e cosa vogliamo trasmettere, osservare cosa fanno i competitor, valutare stili e impatto ma soprattutto effettuare analisi incrociate mettendo in relazione obiettivi e strumenti con i risultati ottenuti. L’esperienza è determinante. Questo, in poche parole, è ciò che si dovrebbe fare prima di prendere una decisione senza dimenticarsi di coinvolgere il team.
Definire obiettivi
Un’azienda che vuole sviluppare una strategia di comunicazione deve prima di tutto chiedersi il perché di questa scelta. Essere visibili nella SERP di Google per una determinata chiave di ricerca, creare e fidelizzare una community sui social media, vendere più prodotti (aumentare il fatturato), aumentare le richieste di contatto, la notorietà di marca. Uno non esclude l’altro, questi sono i principali obiettivi che potremmo semplificare in due macro-categorie: brand awarness e lead generation.
Definire strumenti
È fondamentale scegliere lo strumento adatto in base alle necessità. Per fare ciò è bene partire dal proprio business, che tipo di attività avete? Come volete posizionarvi? Questo passaggio è molto delicato perché si tratta di scegliere le piattaforme sulle quali agire per comunicare con il pubblico. Rimanendo online, il mio consiglio è quello di partire da un sito corporate prestando con alberatura semplice, pagine di prodotto/servizio e landing page, fare attenzione alla Seo e lavorare con i social media. Prima di spingere sulla conversione è fondamentale creare i propri presidi con testi e grafica adatti, sviluppare un concept di dove si vuole andare, quali valori comunicare, quali prodotti evidenziare. Insomma creare il brand. Per fare ciò un ottimo strumento è il buon vecchio blog (WordPress per la facilità di gestione) che permette di creare contenuti e aiuta il posizionamento.
Definire KPI
Un KPI, indicatore chiave di prestazione, deve essere: rilevante, misurabile, positivo o negativo, legato a degli obiettivi specifici e gestibile. Online, per esempio, i KPI possono essere i tassi di click-through, la consapevolezza verso il marchio e il coinvolgimento degli utenti, emerso prepotentemente grazie ai social. Ora, quali sono gli indicatori da prendere in esame per il vostro progetto? Visite al sito web, richieste di contatto, vendite, aumento fan base, engagement, ore uomo sul progetto. È molto importante definire i parametri attraverso una comoda dashboard (anche su exel) con i KPI sulla colonna verticale e la timeline su quella orizzontale, e attenzione a non usare troppi indicatori.
Misurare risultati
È importante darsi un timing creando una roadmap di risultati da ottenere. Bisogna aver pazienza ed estrema cura del lavoro. Attraverso la dashboard si aggiorna e si monitora il progetto, valutando la relazione tra parametri diversi. Esistono indicatori di brand e di conversione, spesso queste due categorie sono legate, per cui se si riesce a sviluppare una storia forte, unica e credibile sarà sicuramente più semplice aumentare contatti, richieste e anche vendite. Per esempio, collegando uno storytelling efficace e mirato (blog, social media) a strumenti di conversione diretta (form, landing page, adv, ecommerce) sarà possibile ottenere un duplice risultato, magari canalizzando i visitatori target nel proprio sito web all’interno di percorsi prestabiliti.
Importante riflettere sulle conseguenze positive e misurabili, che si possono ottenere da un rafforzamento del brand, dell’identità, posizionandolo su valori differenti, legati alla tradizione, all’innovazione o al design. Diventare una case history è in tal senso un ottimo risultato: essere chiamato a fiere di settore oppure come testimonial ad eventi, può generare awarness e contatti al tempo stesso, con enormi benefici sulla lead.
Esistono inoltre alcune strategie che possono portare notevoli vantaggi.
Una serie di consigli e qualche spunto da tenere a mente nella creazione di un piano strategico integrato. Agire in fretta e imparare dagli errori sono fattori determinanti per correggere un progetto in corsa e raggiungere gli obiettivi prefissati.
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