Quando un marchio o una persona cerca “molta visibilità” e vuole farsi conoscere, generalmente investe molto budget in pubblicità, in comunicazione, in promozione. I Social Media, oggi, hanno un ruolo centralissimo e offrono un trampolino di lancio potenzialmente infinito, grazie all’innescarsi di dinamiche virali.
Però ci vuole molta creatività.
Che non è mancata nei 3 casi di studio che elenchiamo di seguito.
3 casi di studio Social geniali per ottenere visibilità
1. Trovare il lavoro dei sogni con Snapchat
Situazione classica: c’è un posto di stage nell’azienda più cool del mondo. Risultato: 7593142878945 curriculum inviati dai più disparati candidati, tra cui il tuo. Il problema è che il posto è uno solo, quindi se anche un solo candidato è più bravo-più preparato-più esperto-più furbo di te-più smaliziato di te, hai perso e non otterrai il posto tanto ambito.
Uno studente, Graham Allgood, aveva ben chiara questa cosa quando ha visto il posto di stage a Horizon Media – agenzia media con sede a Manhattan che gestisce circa 6,3 miliardi di dollari di budget cliente.
Però non ha mandato il solito curriculum vitae: ha deciso di utilizzare quella forma di promozione geolocalizzata messa a disposizione da Snapchat – i geo-filtri personalizzati – disponibili solo in alcuni paesi per ora; ne abbiamo parlato qui: www.bee-social.it/pubblicita-su-snapchat-a-partire-da-5-
dollari.
Il geo-filtro utilizzato appariva così su Snapchat: un’immagine della sede dell’agenzia e un’altra immagine in cui lo studente suggeriva ad Horizon Media di essere assunto.
Era programmato su Snapchat nell’area geografica dove si trova l’agenzia e veniva mostrato durante gli orari lavorativi, puntando tutto sul “martedì”, giorno in cui i dipendenti di Horizon utilizzavano di più Snapchat, di media.
Costo dell’operazione: circa 29 dollari.
Qui trovate i tweet tra Graham e l’agenzia. Morale della favola: Graham ha suscitato
attenzione tra migliaia di candidati e ha ottenuto un colloquio.
Risultato dell’azione di personal branding? Nonostante fossero finiti i posti stage, Horizon ha risposto via Snapchat in questo modo…
2. Il gruppo musicale The Fifth Harmony lancia il nuovo album con un’emoji…
Questo gruppo musicale americano ha lanciato il nuovo album, intitolato 7/27, con una campagna su Twitter legata all’hashtag #727OUTNOW. Ogni volta che un account twittava questo hashtag, appariva un’emoji “7/27” a fianco… un modo decisamente originale per promuoversi con Twitter evitando le classiche (e spesso inefficaci) Twitter Ads. Ho provato a twittare l’hashtag e l’emoji appare come per magia…
3. Bose canta live i tweet degli utenti
In concomitanza con il Super Bowl, Bose ha realizzato una campagna pubblicitaria incentrata sul concetto:
Bose makes everything sound better
La campagna spingeva i fan a twittare con l’hashtag #LetsHearIt: il testo e le emoticon dei tweet con questo hashtag venivano interpretati da delle live band, che di fatto cantavano i tweet. Il risultato è sorprendente (e divertente):
Le musiche create venivano raccolte in un canale Tumblr dedicato. Un’iniziativa analoga e forse ancora più sensazionale fu quella di IBM, che utilizzò i dati di alcune partite di tennis degli US Open – basandosi su durata degli scambi e altri fattori – per creare grazie ad un algoritmo ben 400 ore di musica.
Se ci segui attentamente sul blog, il raccontare storie con i dati non è una novità: siamo stati all’incredibile SAS Forum 2016 e abbiamo intervistato i Data Ninja, la cui mission è appunto fare storytelling dai milioni di dati che ogni azienda ha (e non sa di avere o non sfrutta a dovere).
La morale dei 3 case studies
Trova vie alternative e creative rispetto “al solito modo di fare le cose”. Esci dagli schemi.
Budget pubblicitari servono sempre, oramai, dato che i Social Media sono “paid media” a tutti gli effetti: sia che si tratti dei 29 dollari di Graham Allgood, sia che si tratti di budget probabilmente importanti come quello speso da The Fifth Harmony o da Bose.
Se si vuole attirare l’attenzione degli utenti, bisogna prima dare loro spazio, definendo spazi virtuali divertenti e originali in cui possano esprimersi e divertirsi. Se riesci a creare questo spazio, allora avrai visibilità e gli utenti ti noteranno, con risultati sorprendenti.
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Quando un marchio o una persona cerca “molta visibilità” e vuole farsi conoscere, generalmente investe molto budget in pubblicità, in comunicazione, in promozione. I Social Media, oggi, hanno un ruolo centralissimo e offrono un trampolino di lancio potenzialmente infinito, grazie all’innescarsi di dinamiche virali.
Che non è mancata nei 3 casi di studio che elenchiamo di seguito.
3 casi di studio Social geniali per ottenere visibilità
1. Trovare il lavoro dei sogni con Snapchat
Situazione classica: c’è un posto di stage nell’azienda più cool del mondo. Risultato: 7593142878945 curriculum inviati dai più disparati candidati, tra cui il tuo. Il problema è che il posto è uno solo, quindi se anche un solo candidato è più bravo-più preparato-più esperto-più furbo di te-più smaliziato di te, hai perso e non otterrai il posto tanto ambito.
Uno studente, Graham Allgood, aveva ben chiara questa cosa quando ha visto il posto di stage a Horizon Media – agenzia media con sede a Manhattan che gestisce circa 6,3 miliardi di dollari di budget cliente.
dollari.
Il geo-filtro utilizzato appariva così su Snapchat: un’immagine della sede dell’agenzia e un’altra immagine in cui lo studente suggeriva ad Horizon Media di essere assunto.
Era programmato su Snapchat nell’area geografica dove si trova l’agenzia e veniva mostrato durante gli orari lavorativi, puntando tutto sul “martedì”, giorno in cui i dipendenti di Horizon utilizzavano di più Snapchat, di media.
Costo dell’operazione: circa 29 dollari.
Qui trovate i tweet tra Graham e l’agenzia. Morale della favola: Graham ha suscitato
attenzione tra migliaia di candidati e ha ottenuto un colloquio.
Risultato dell’azione di personal branding? Nonostante fossero finiti i posti stage, Horizon ha risposto via Snapchat in questo modo…
2. Il gruppo musicale The Fifth Harmony lancia il nuovo album con un’emoji…
3. Bose canta live i tweet degli utenti
In concomitanza con il Super Bowl, Bose ha realizzato una campagna pubblicitaria incentrata sul concetto:
La campagna spingeva i fan a twittare con l’hashtag #LetsHearIt: il testo e le emoticon dei tweet con questo hashtag venivano interpretati da delle live band, che di fatto cantavano i tweet. Il risultato è sorprendente (e divertente):
Le musiche create venivano raccolte in un canale Tumblr dedicato. Un’iniziativa analoga e forse ancora più sensazionale fu quella di IBM, che utilizzò i dati di alcune partite di tennis degli US Open – basandosi su durata degli scambi e altri fattori – per creare grazie ad un algoritmo ben 400 ore di musica.
Se ci segui attentamente sul blog, il raccontare storie con i dati non è una novità: siamo stati all’incredibile SAS Forum 2016 e abbiamo intervistato i Data Ninja, la cui mission è appunto fare storytelling dai milioni di dati che ogni azienda ha (e non sa di avere o non sfrutta a dovere).
La morale dei 3 case studies
Fonti:
mashable.com/2016/05/27/snapchat-internship-horizon-media/#tL3W3VKeLEq6
mashable.com/2016/05/27/fifth-harmony-emoji/#HB6V6WQvoEqP
pitchfork.com/news/56498-james-murphy-and-ibm-transforming-us-open-tennis-data-into-400-hours-of-music/
www.psfk.com/2016/05/nfl-bose-social-chats-transformed-into-musical-tracks.html
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