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Vendere con i Social Media… offline. 5 domande a Enrico Gualandi

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Proprio perché siamo super curiosi, nonché particolarmente attenti alla tematica del marketing locale legato ai Social Media, abbiamo fatto qualche domanda a Enrico Gualandi di Social Factor, che ha tenuto uno speech al WMF16 dal titolo:

Da Facebook a Snapchat: drive to store con i social media

Insomma, si vende con i Social, sembrerebbe. Lasciamo la parola a Enrico Gualandi

Vendere con i Social Media? Si, perfino nei negozi offline… qualche domanda a Enrico Gualandi – WMF16

Ciao Luca, innanzitutto grazie dell’opportunità di spoilerare il mio intervento al Web Marketing Festival sul tuo blog! Scherzi a parte mi presento in poche parole: nel 2009 ho comprato il mio primo smartphone per poter testare quella piccola applicazione che ha rivoluzionato il mondo dei social media, Foursquare. Me ne sono innamorato e da allora ho approfondito sempre di più la connessione tra geolocalizzazione e digital marketing che ormai è fattore comune di tutti i social media. Oggi vivo e lavoro a Bologna, in veste di digital strategist, nella social agency che ho fondato: Social Factor.

1. Si dice sempre che con i Social Network non si vende, ma si fa comunicazione e branding: con il tuo intervento ci stai dicendo il contrario?

Con i social network si fa comunicazione, si fa branding e si vende. Quello che ancora in pochi sanno è che si riesce anche a vendere offline attraverso campagne promozionali sui Social Media.

I maggiori investimenti dei due più grandi player digitali vanno proprio in questa direzione: sia Google che Facebook stanno cercando di fornire ai marketer sempre più strumenti di promozione, ma soprattutto di analisi e profilazione dei risultati raggiunti in termini di drive to store e addirittura di vendite effettuate negli store fisici a seguito di una promozione online.

Avevamo diffuso la notizia sulla nostra pagina fan di recente (e mettilo sto like!):

2. Al di là dei Social Media principali, pensi che in Italia Yelp, Foursquare e Snapchat possano avere fin d’ora un ruolo? (ma Foursquare non era morto??)

Foursquare, come dicevo prima, ha aperto le porte di questo mondo (assieme a Gowalla se vogliamo fare i precisi, che Facebook comprò dopo pochi anni). Negli ultimi anni ha subito una grossa battuta d’arresto e poi ha fatto un madornale errore (scindersi in due app distinte). Da un paio d’anni a questa parte poi ci si attende da un momento all’altro l’acquisizione da parte di qualcuno dei grandi player, ma diversamente dalle aspettative Foursquare continua a resistere e a trovare investitori. Yelp ha le spalle solide e negli US è usatissimo.

Entrambi restano importanti, ma qui non faccio spoiler. Snapchat è in fortissima ascesa, sia in Italia che nel mondo. Questo non vuole dire che ad oggi riesca già a spostare sensibilmente gli introiti, ma credo sia indispensabile cominciare a capirlo e ad investirci, invece che considerarlo “il social dei ragazzini” (d’altra parte non hai anche tu un déjà-vu, pochi anni fa non era Facebook quello “dei ragazzini”?).

3. A fronte del sostanziale fallimento di Google Plus, Google un centro forse lo ha fatto con Google My Business: qual è il tuo punto di vista?

Su Google Plus non mi esprimo, basta sparare sulla croce rossa! Scherzi a parte, sin dal primo momento sono stato scettico e mi sembra che i fatti mi stiano dando ragione.

Google My Business, inteso come strumento di gestione e ottimizzazione delle schede su Google Maps, è invece fondamentale per chi si occupa di Location-Based Marketing. Uno degli elementi di forza di Google sono sempre state le mappe e, come dicevo anche prima, stanno facendo enormi investimenti per migliorarle sia lato utente che lato marketers.

4. Come devono agire quelle attività che hanno diverse sedi locali? Cosa consiglieresti?

Le attività con diverse attività locali (le catene di negozi, i franchising, ma anche la GDO) devono gestire complessità maggiori e soprattutto gestirle senza trovarsi sul posto. Diventa quindi necessario formare (bene) i responsabili dei singoli store oppure centralizzare le attività promozionali.

Facebook e Google ultimamente stanno venendo incontro a chi sceglie questa seconda ipotesi, il primo con il rilascio ufficiale di Facebook Locations e con le possibilità promozionali ad esso collegate, il secondo tra le altre cose con le API per aggiornare automaticamente le proprie posizioni su Google Maps.

A complicare ulteriormente le cose si pone poi il problema di come centralizzare i dati dei punti vendita e “diffonderli” sullo store locator presente sul sito, su Google, su Facebook, su Yelp, su Foursquare, ma anche sulle altre mappe (Apple, Bing, Here) e sui navigatori installati nelle automobili.

Con Luca Bove stiamo lavorando sul progetto LocalCMS http://www.localstrategy.it/local-cms/ che cerca proprio di semplificare e automatizzare questi processi.

5. Il futuro dei Social quindi è fatto anche di vendita e sostegno alle revenue di un business, oltre che di comunicazione?

È chiaro che parlare di “Social” come se fossero un media avulso da tutte le altre forme di comunicazione e promozione digitali non avrebbe senso, ma sono certo che diventeranno (e in certi casi già sono) un elemento fondamentale nella creazione di revenue per i business offline.

Mi permetto di concludere facendoti io una domanda: sei appassionato di serie televisive? Perché se la risposta è sì mi sa che ti divertirai parecchio durante il mio speech al Web Marketing Festival!

Grazie Enrico!


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