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Dal vendere con i Social Media alle “basi” del web marketing rappresentate dalle analisi con Google Analytics: il Web Marketing Festival è un caleidoscopio di esperienze e specializzazioni digital. Per questo motivo, oggi, dopo aver letto qualche anticipazione Social di Enrico Gualandi, ho il piacere di rivolgere qualche domanda a un mio concittadino illustre nello scenario digital, che terrà uno speech al WMF16: Riccardo Mares.
Diplomato in ragioneria e laureato in ingegneria informatica, dal 1996 “gioca” con internet. Nel 1999 inizia a fare i primi siti web, passando presto dal web design allo sviluppo vero e proprio, con un pizzico di attività sistemistica e di gestione di database. Riccardo sperimenta – come bisogna sempre fare nel mondo digital – sviluppando Web App e, successivamente innamorandosi dal mondo della SEO e della comunicazione digitale.
Google Analytics, la bussola del web marketer: 6 domande a Riccardo Mares
1) Riccardo, perché hai scelto di parlare di Google Analytics al Web Marketing Festival 2016? Cos’è Google Analytics e come funziona?
Perché essendo da poco GACP (certificazione partner analytics di Google) sono obbligato. Scherzo. Ritengo che l’analitica sia fondamentale in qualsiasi ambito del web marketing. Troppe persone fanno investimenti (pubblicità, contenuti, tempo, …) senza misurare gli effetti degli stessi.
L’analytics è un mondo stupendo: dal guardare il traffico nel sito, fino a supporto decisionale per business come gli ecommerce.
Ho colto l’occasione per introdurre nella platea del Web Marketing Festival (non solo NERD) alcune chicche da fare con GA.
2) Si dice sempre che se non misuri i tuoi sforzi di marketing, non puoi realmente sapere in che direzione stai andando. Un po’ come guidare di notte con i fari spenti. Però c’è anche un problema di tempo: quali sono gli aspetti da guardare costantemente in Google Analytics?
3) Concentrandoci invece sulla SEO, quali voci conviene tenere sempre sott’occhio su Analytics?
Qui incombe l’ombra del (not provided) alla quale non c’è scampo, nemmeno collegando Google Analytics con Google Search Console.
Affinché Google Analytics possa essere uno strumento utile per la SEO è necessario preventivamente garantire che il sito abbia pagine molto verticalizzate dal punto di vista dei contenuti. Questo ci consente (più o meno) di capire come si divide il traffico nelle principali landing page. Poi per il resto è necessario passare alla Google Search Console.
4) Come fare a capire se il tuo progetto online sta andando bene o male?
Ci possono essere macro errori rilevabili già a naso grazie a tanti anni di esperienza. Poi è ovvio che se un particolare canale si spegne c’è qualcosa di strano. Se sono canali a pagamento probabilmente qualcuno ha chiuso i rubinetti (€€€), se invece è l’organico bisogna preoccuparsi ed andare ad analizzare dov’è la perdita quindi individuarne le cause.
Se invece i problemi non sono macroscopici, l’analisi richiede una conoscenza storica del business e della storia del sito.
5) A questo punto, è chiaro che Google Analytics (e in generale qualunque strumento di analisi e tracciamento dei risultati) sia fondamentale. Come hai imparato a usarlo e quali risorse ti sentiresti di consigliare a chi voglia iniziare a studiare Analytics da zero?
Domanda difficile: sono vecchio, non ricordo quando.
Ritengo che un buon inizio siano le lezioni dell’Analytics Academy: https://analyticsacademy.withgoogle.com
Come sempre – da vecchio brontolone – prima bisognerebbe studiare i fondamenti dell’analitica, del marketing e del web marketing, poi si può passare a declinarli per l’approccio ad uno strumento.
Se poi uno vuole spingersi oltre consiglio: Filippo Trocca, Marco Cilia, Simo Ahava, Avinash Kaushik.
6) Infine, ci sveli qualcosa del tuo intervento al WMF16?
MMM… non posso. Rischio la vita ;)
Diciamo che l’obiettivo è lasciare la voglia di approfondire a chi mi farà l’onore di seguirmi.
Grazie Riccardo! Ci vediamo a Rimini…
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