Questo sito utilizza i Cookie ma rispettiamo la tua privacy. Puoi accettarli, rifiutarli o esprimere le tue preferenze di seguito. Le tue impostazioni saranno salvate per un anno. I Cookie statistici sono già attivi perché i relativi dati sono configurati in maniera anonima e aggregata (nelle preferenze trovi maggiori dettagli). Se vuoi, leggi l'
Informativa estesa
A differenza di qualche anno fa, dove poteva essere relativamente più semplice conquistarsi un angolo di paradiso nei primi 10 risultati di Google, oggi la faccenda si fa più seria.
In risposta alle query degli utenti, hanno fatto capolino dei risultati – ossia delle risposte – direttamente nelle SERP (Search Engine Results Page – Pagina dei risultati di ricerca), talvolta risolte rapidamente da Google, dato che non serve cliccare in qualche link per sapere “che ore sono a Londra” – te lo dice al volo Google; in altri casi Google stesso anticipa la risposta contenuta in un link tramite “featured snippet”, ossia un’anteprima di ciò che l’utente sta cercando, rendendo spesso inutile l’approfondimento.
Non è finita, però: alla lista di link naturali che possono rispondere al quesito dell’utente, si aggiungono gli annunci sponsorizzati di Google Adwords… ehm pardon Google Ads, la mappa con le schede Google My Business, le schede di Google Shopping, le anteprime di Google Immagini o YouTube, …
SEO sempre più difficile? –> Marketing Mix
Questo cambio delle pagine dei risultati di Google ha delle conseguenze di grande impatto per chi vuole ottenere visite da risultati naturali di Google:
Non è però solo una questione di redesign delle pagine di Google, ci sono altri fattori che rendono la SEO un’attività sempre più complessa e a lungo termine, in special modo per i piccoli siti o per i nuovi siti, che non hanno grandi budget.
Battagliare sul posizionamento delle pagine web lungo keyword di interesse assomiglia sempre più a un mercato con alte barriere all’ingresso, dove i grandi colossi del web o le aziende online presenti su piazza da anni hanno vantaggi competitivi enormi: sono presenti da tempo, hanno consolidato autorevolezza e notorietà del marchio e mantengono la loro posizione di favore grazie a budget importanti da investire.
Niente affatto. Semplicemente la SEO da sola non basta, come non basta presidiare solo i Social, come non basta investire unicamente in pubblicità online. Servono strategie complesse, raffinate, a lungo termine, in cui il marketing mix sia ricco di (non in ordine gerarchico) copywriting / content marketing, collaborazioni con altri siti/aziende, link building, pubbliche relazioni con influencer di settore, strategia social media, pay per click, e-mail marketing, direct marketing, affiliazioni, etc.
E questo solo restando all’online… anche se in molti casi ha poco senso distinguere online da offline.
Concretamente, però, anche limitatamente al mondo SEO, ci sono ancora degli accorgimenti per contrastare la diminuita visibilità e l’aumento della concorrenza in SERP. Ad esempio:
Sono suggerimenti pratici e sicuramente molto noti, non svelo granché.
Ciò che conta, in fondo, è ragionare attentamente su un marketing mix originale, uscire dagli schemi e limare sempre più i dettagli, con pazienza e in un’ottica a medio-lungo termine.
Leggi anche: “Fare SEO in casa, per piccole e medie imprese” e “Come scegliere le parole chiave giuste per la SEO“
Come pubblicizzare un evento online locale: oltre 20 vie da considerare
Come funzionava Foursquare e come è stato sostituito – Strumenti di Local Marketing
Corsi di Laurea e Master in Social Media Marketing… si o no?
Content Design: perché può aiutare la tua azienda
Come scegliere l’influencer giusto per il proprio Brand
Immagini per il web libere da copyright: quali scegliere senza violare il diritto d’autore