Una delle prime domande che vengono in mente quando si va ad aprire un ecommerce è: in quali lingue tradurre l’ecommerce? A quali target esteri rivolgersi? Tutto questo ragionamento parte dalla sensibilità di molti acquirenti alla lingua incontrata nell’ecommerce di turno: moltissime persone acquistano solamente nella propria lingua madre.
Da rapida analisi, per quanto riguarda il mercato europeo, gli utenti di Inghilterra e Germania hanno sempre fatto la parte del leone, seguiti a ruota dai francesi.
Uno studio interessante pubblicato da T-Index, però, svela che l’inglese sarà sempre meno importante per le vendite online (per quanto centrale, per via del suo ruolo di lingua di riferimento trasversale). Il motivo sarebbe da imputarsi all’enorme crescita di mercati extra-europei come quello cinese, russo e brasiliano. Salute economica e inclusione digitale permettono a sempre più persone di affacciarsi al mondo dello shopping virtuale, senza barriere fisiche.
Volete raggiungere il 50% del potere d’acquisto online al mondo?
Allora oggi dovete puntare a Stati Uniti, Cina, Giappone e Germania. Ma già attorno al 2020, la Germania sarà probabilmente scalzata dal Brasile.
Interessante notare come lo stato attuale delle cose verrà presto sovvertito dallo spostamento della ricchezza nei paesi asiatici: se giocate un po’ con questa tabella emergono alcuni trend evidenti:
L’Asia orientale ha ritmi di crescita nettamente superiori rispetto all’Europa; ci sarà presto un sorpasso…
Connesso con il punto precedente, subito dopo l’inglese potrebbe aver senso pensare maggiormente a cinese, giapponese e – in prospettiva – al portoghese per il mercato brasiliano (ma attenzione anche a russo e arabo)
Attenzione a stati molto popolosi come l’India: muovono ancora relativamente poco capitale online, ma sono un’enorme mercato per il futuro.
Lo spagnolo non va identificato solamente come la lingua parlata in Spagna: è sempre la seconda lingua ufficiale più parlata al mondo, dopo il cinese (fonte: SIL International e Instituto Cervantes – 2012).
Ragionando su questo studio, bisogna però tenere presente alcuni aspetti fondamentali: innanzitutto è indispensabile non fermarsi a questi numeri ma andare in profondità sul proprio mercato di riferimento. Sono numeri generali, che vanno confrontati con lo specifico settore in cui opera un ecommerce. Inoltre, ha sempre senso valutare i rapporti tra numerosità della popolazione, ricchezza pro-capite e possibilità/facilità di accesso al web.
Alcune domande fondamentali da porsi nella fase strategica di uno shop online, quindi, sono:
Qual’è la domanda per il tuo prodotto/servizio nel mercato locale?
Il tuo prodotto/servizio si può adattare al mercato?
Qual’è la concorrenza in quel mercato specifico?
Hai considerato la reputazione del tuo paese nel mercato di riferimento?
Come spende solitamente il consumatore di quel determinato paese?
Hai considerato la censura internet nel mercato di riferimento?
Quali sono i sistemi di pagamento online utilizzati nel paese in questione?
A quanto ammontano i costi di distribuzione? Conosci i requisiti di import/export per il tuo prodotto?
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Una delle prime domande che vengono in mente quando si va ad aprire un ecommerce è: in quali lingue tradurre l’ecommerce? A quali target esteri rivolgersi? Tutto questo ragionamento parte dalla sensibilità di molti acquirenti alla lingua incontrata nell’ecommerce di turno: moltissime persone acquistano solamente nella propria lingua madre.
Da rapida analisi, per quanto riguarda il mercato europeo, gli utenti di Inghilterra e Germania hanno sempre fatto la parte del leone, seguiti a ruota dai francesi.
Uno studio interessante pubblicato da T-Index, però, svela che l’inglese sarà sempre meno importante per le vendite online (per quanto centrale, per via del suo ruolo di lingua di riferimento trasversale). Il motivo sarebbe da imputarsi all’enorme crescita di mercati extra-europei come quello cinese, russo e brasiliano. Salute economica e inclusione digitale permettono a sempre più persone di affacciarsi al mondo dello shopping virtuale, senza barriere fisiche.
Allora oggi dovete puntare a Stati Uniti, Cina, Giappone e Germania. Ma già attorno al 2020, la Germania sarà probabilmente scalzata dal Brasile.
Interessante notare come lo stato attuale delle cose verrà presto sovvertito dallo spostamento della ricchezza nei paesi asiatici: se giocate un po’ con questa tabella emergono alcuni trend evidenti:
L’Asia orientale ha ritmi di crescita nettamente superiori rispetto all’Europa; ci sarà presto un sorpasso…
Connesso con il punto precedente, subito dopo l’inglese potrebbe aver senso pensare maggiormente a cinese, giapponese e – in prospettiva – al portoghese per il mercato brasiliano (ma attenzione anche a russo e arabo)
Attenzione a stati molto popolosi come l’India: muovono ancora relativamente poco capitale online, ma sono un’enorme mercato per il futuro.
Lo spagnolo non va identificato solamente come la lingua parlata in Spagna: è sempre la seconda lingua ufficiale più parlata al mondo, dopo il cinese (fonte: SIL International e Instituto Cervantes – 2012).
Ragionando su questo studio, bisogna però tenere presente alcuni aspetti fondamentali: innanzitutto è indispensabile non fermarsi a questi numeri ma andare in profondità sul proprio mercato di riferimento. Sono numeri generali, che vanno confrontati con lo specifico settore in cui opera un ecommerce. Inoltre, ha sempre senso valutare i rapporti tra numerosità della popolazione, ricchezza pro-capite e possibilità/facilità di accesso al web.
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