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Pianificare la strategia Social Media e semplificare il lavoro con lo Schema a Cluster

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Uno degli aspetti fondamentali per lavorare con i social media è l’organizzazione del lavoro. Dentro un mare di contenuti eterogenei che viaggiano in tempo reale è bene fare un punto elenco dei progetti che si hanno nella testa e avere i piedi ben saldi a terra, costruendo meccanismi di monitoraggio e pianificazione che permettano di valutare le “azioni intraprese” in base a obiettivi e KPI misurabili.

Del resto, i contenuti di qualità possono essere una delle risorse aziendali più importanti per un business. 

Secondo il Content Marketing Institute, infatti, “il 58% dei marketer B2B valuta la propria strategia “moderatamente efficace” e quasi la metà afferma di essere in difficoltà per mancanza di obiettivi chiari

Uno dei problemi più frequenti nell’ambito della comunicazione e programmazione dei canali Social Media è l’assenza di un metodo proficuo per la creazione di argomenti strutturati.

Una possibile soluzione può essere quella di affidarsi a uno schema a Cluster, così da concentrarsi sullo sviluppo ragionato di contenuti che funzionano in base ai propri obiettivi, il target e le necessità di mercato.

Vediamo assieme alcuni strumenti e una “strategia a blocchi” per ottimizzare il proprio lavoro migliorando il processo.

Lo schema a Cluster: definizione e applicazione

Lo schema a Cluster è un approccio organizzativo che si basa su gruppi tematici (i cluster) al fine di migliorare l’efficienza e la coerenza della strategia. 

Nel social media marketing, applicare la clustering analysis vuol dire creare gruppi in cui i soggetti condividono caratteristiche comuni

Una sorta di segmentazione grazie alla quale sarà più facile creare contenuti interessanti sui social media capaci di: 

  • ruotare attorno alle necessità e alle tematiche chiave che soddisfano i bisogni degli utenti;
  • facilitare l’interconnessione e la creazione di una rete coerente;
  • ottimizzare tutte le risorse disponibili, personalizzandole per ottenere più successo (per esempio, in vaso di ADV). 

I vantaggi dello schema a Cluster

Basarsi su uno schema di lavoro per Cluster permette di suddividere il pubblico in vari gruppi che si differenziano in base alle necessità e ai bisogni. In questo modo, si possono creare argomenti pertinenti per ciascun gruppo capaci di: 

  • Performare e ottimizzare il tempo 
  • Aumentare le interazioni
  • Creare community, vendere di più e/o fidelizzare le persone nel tempo

Quante tipologie di clustering esistono?

Lo schema a Cluster viene utilizzato spesso per profilare le persone. Si può distinguere tra profilazione: 

  • Comportamentale: per identificare segmenti di utenti in base alle interazioni con i contenuti pubblicati sui media. Un esempio? In base al coinvolgimento (mi piace, condivisioni) o alle mancate interazioni, nel caso in cui visualizzano il post, ma con poche interazioni. 
  • Basato sui contenuti: suddividendo gli utenti in base alle loro interazioni con la tipologia di media (esempio: immagini, video, reel, podcast); l’argomento del post pubblicato sui social media (esempio: viaggi, moda) o il sentiment (positivo, negativo). 
  • Demografico: distinguendo le persone in base a età, sesso e residenza.

Una profonda analisi per ciascun segmento permette di realizzare e pubblicare contenuti pertinenti così da far raggiungere gli obiettivi di business desiderati. 

Quali sono le tecniche di clustering analysis e come funzionano

Esistono differenti tecniche per suddividere i dati raccolti in gruppi. Ecco quelle principali:

  • K-means clustering. Una delle tecniche più diffuse che suddivide un insieme di dati in cluster basandosi sulla similarità delle osservazioni. Per quanto riguarda i social media, per esempio, permette di analizzare i comportamenti degli utenti, identificare gruppi di interesse e migliorare le strategie di coinvolgimento.
  • Hierarchical clustering. Crea una gerarchia di cluster in base alla similarità. 
  • DBSCAN. Il Density-based spatial clustering è una tecnica basata sulla densità che identifica i cluster come regioni dense di punti di dati separate da regioni meno dense. 

Come implementare lo schema a Cluster nel Social Media management: 4 passi

piano editoriale social a cluster un esempio
Un esempio di piano editoriale a cluster, da noi utilizzato tramite Fogli Drive

Per implementare lo schema a Cluster nel social media management, è necessario un approccio strategico e metodico per ottimizzare i flussi di lavoro e garantire una comunicazione coerente e mirata. 

Questo metodo parte dalla necessità di organizzare i contenuti in blocchi tematici interconnessi che, a loro volta, sono focalizzati su un argomento centrale che rispecchia gli obiettivi strategici dell’azienda e le esigenze del pubblico di riferimento. 

Il primo passo è identificare il target e gli obiettivi aziendali per poi lavorare sui temi principali che rappresentano le fondamenta della strategia. 

Questi argomenti, come anticipato, vanno scelti in base a un’analisi approfondita del pubblico, delle tendenze di mercato e dei format che hanno maggior successo nei diversi canali social. 

Ogni tema diventa un hub attorno al quale si sviluppano contenuti correlati di grande interesse per il pubblico.

Ad esempio, un’azienda che opera nel settore del fitness potrebbe includere nel proprio piano editoriale dei cluster dedicati a temi come allenamenti, nutrizione, strumenti/tool e lifestyle.

Una volta definiti i cluster tematici, è necessario pianificare la creazione e la distribuzione

Ogni cluster deve includere diversi formati, come post, stories, reel o infografiche (qui alcuni tool per crearne) in modo da rispondere alle specifiche esigenze del target e adattarsi alle peculiarità delle piattaforme social utilizzate. 

I contenuti possono essere connessi tra loro grazie ad hashtag coerenti, così da migliorare la navigazione e il coinvolgimento dell’utente

Ecco 4 passi per integrare lo schema a Cluster nella propria strategia.

1. Comprendere il proprio pubblico: l’analisi del target

Se hai ben chiaro chi è il pubblico/interlocutore del business, devi porti la seguente domanda: “Quali contenuti gli interessano?”. 

Nella stesura del piano editoriale è importante costruire passo per passo gli approfondimenti, fornire quindi qualità e continuità su temi sensibili e di interesse per differenti target. 

Per avere ben chiara la direzione strategica intrapresa, è necessario definire in primis gli interlocutori, distinguendoli in macro-target e micro-target scegliendo differenti contenuti per ciascuno (video, infografiche, news, aforismi, immagini di eventi), pianificando le uscite e le piattaforme interessate.

2. Costruire i contenuti in base alla strategia

La creatività è importante, ma senza una pianificazione strategica la soglia d’attenzione diminuisce così come il coinvolgimento delle persone

I social media sono strumenti, tasselli di un mosaico più grande fatto di canali con funzionalità diverse e complementari che possono essere impiegati al contempo per implementare il lancio di un prodotto o di una iniziativa con uno stesso continuum logico. 

Per esempio per comunicare un lancio di un servizio si può, ad esempio, promuovere un evento, scrivere una serie articoli dedicati sul blog aziendale, costruire un e-book che approfondisce le funzionalità del servizio e promuovere l’iniziativa sui propri presidi sociali, anche con la pubblicità online. 

Sono tutti passaggi che fanno parte di un macro progetto che può avere un triplice scopo:

  • fare storytelling attorno al brand;
  • creare coinvolgimento targettizzato offline e online;
  • favorire l’incremento di lead di qualità, cioè la generazione di contatti e di richieste che in molti casi si trasformano in conversioni economiche.

Dallo Storytelling alla Lead Generation

Dal feedback form durante un evento alla landing page efficace (con le testimonianze dei propri partecipanti/casi di successo), i metodi per creare lead sono molti. 

Se poi aggiungiamo una campagna ads sul contenuto creato che offre valore aggiunto all’utente spiegando il prodotto, allora i due macro-obiettivi si avvicinano ancor di più, trasformando la narrazione in lead generation qualificata

Strumenti e soluzioni non sempre sono sovrapponibili, i due obiettivi sono spesso difficili da correlare, proprio per questo è necessario monitorarli e misurarli.

Essere multitasking, cioè essere ordinati in mezzo al caos

Essere multitasking vuol dire anche essere capaci di semplificare e razionalizzare il lavoro. Con uno schema a blocchi, infatti, tutto diventa più semplice e ordinato. 

L’approccio lean può essere interpretato come un continuo zoomare dall’alto al basso tra progetti e azioni, costruendo un piano di lavoro che tenga conto di processi decisionali e la to-do-list quotidiana nei vari canali d’azione. 

Per concludere è fondamentale mantenere la calma, avere ben chiaro lo scopo e la direzione delle proprie azioni.

Secondo la nostra esperienza, calendario editoriale e fogli Drive (o Excel) sono strumenti che non devono mancare per l’analisi, la pianificazione e la pubblicazione dei contenuti sui social media. 

Se poi vengono impiegati con un “approccio a cluster”, sarà più semplice costruire ed ottimizzare le buone idee trasformandole in piani strategici. 

🤳A proposito di strategia, sai su quali piattaforme è meglio investire? Leggi: Strategia di Social Media Marketing: quali social scegliere per un’azienda?

Come utilizzare lo schema a Cluster?

Lo schema a Cluster si può utilizzare per business che operano in diversi settori. Per esempio, un’azienda in ambito sanitario o un marchio che si occupa di prodotti di bellezza possono analizzare le conversazioni rispetto ad hashtag specifici del brand o del settore. 

Dove trovare queste preziose informazioni? Sui vari canali Social (anche Threads e X potrebbero fornire ottimi spunti), ma anche sui motori di ricerca.

In questo modo sarà possibile identificare le necessità dei clienti creando post adeguati per fornire informazioni, rispondere a domande ricorrenti e promuovere alcuni prodotti. 

Allo stesso modo, grazie alla suddivisione del pubblico in base al clustering un’agenzia di viaggi può valutare le priorità, capire le mete più ricercate e personalizzare i contenuti (reel, video, stories o caroselli) più coinvolgenti per attirare altri utenti con interessi simili. 

Un’analisi degli utenti che interagiscono di più con i contenuti pubblicati nelle varie piattaforme, inoltre, permette di capire quali sono i temi che generano maggiore engagement ed eventualmente verificare creator e influencer che possono aumentare la portata del messaggio

Perché abbia successo, la clustering analysis va integrata in una più ampia strategia di marketing online in funzione dei dati raccolti e gli obiettivi prefissati.

In Bee Social possiamo occuparci della strategia ma anche della gestione dei tuoi social media aziendali studiando le necessità del tuo target, identificando i contenuti più performanti ed elaborando un piano personalizzato per ampliare il successo del tuo brand. 

Scopri cosa possiamo fare per te, contattaci per una consulenza gratuita!

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