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Secondo le statistiche diffuse da Unicode, oggi il 92% della popolazione mondiale utilizza Emoji online.
Ma gli attribuiamo tutti lo stesso significato? Ci possono essere differenze e/o incomprensioni da stato a stato o da una generazione all’altra? Che ruolo svolgono le* emoji per il web marketing?
Partiamo come sempre dalle fondamenta.
[*P.S. L’utilizzo del femminile o maschile riguardo “alle” emoji non è ancora chiaro: per saperne di più leggi qui]Sommario
Cosa sono le Emoji? Un breve riassunto storico
Le Emoji sono piccole icone o simboli digitali utilizzati per esprimere emozioni, concetti, oggetti e altro ancora all’interno delle conversazioni digitali.
La parola “emoji” deriva dalla combinazione delle parole giapponesi “e” (immagine) e “moji” (carattere).
Le emoji sono diventate estremamente popolari grazie al loro utilizzo diffuso sui social media, nelle chat, nelle e-mail e in altre forme di comunicazione digitale.
La storia delle emoji risale però agli anni ’90 in Giappone, quando Shigetaka Kurita, dipendente dell’azienda di telecomunicazioni NTT DoCoMo, creò un insieme di 176 piccole immagini, per consentire agli utenti di esprimere emozioni e concetti in modo più visivo, anche tramite i messaggi di testo.
Questi primi set di Emoji includevano faccine, simboli meteorologici, segni di attività e molto altro.
Le Emoji hanno quindi innanzitutto guadagnato popolarità in Giappone e successivamente si sono diffuse globalmente, con l’aumento dell’uso dei telefoni cellulari e dei social media.
Nel 2010, le Emoji sono state standardizzate dall’Unicode Consortium, consentendo una maggiore interoperabilità tra diversi dispositivi e piattaforme digitali.
Da allora, ne sono state aggiunte regolarmente di nuove, per riflettere la diversità culturale e le nuove tendenze, fino a diventare più di 3600.
Emoji o Emoticon?
Le emoji e gli emoticon NON sono la stessa cosa!
Sono entrambi utilizzati per esprimere emozioni e concetti nelle comunicazioni digitali, ma ci sono delle differenze importanti tra i due.
Quindi, mentre gli Emoticon sono composti da caratteri alfanumerici, le Emoji sono piccole immagini grafiche. Entrambi vengono utilizzati per esprimere emozioni nelle comunicazioni digitali, ma le Emoji offrono una maggiore varietà e possibilità di espressione.
Emoji e SEO
Arriviamo quindi a noi…
Se le Emoji incidono sul nostro modo di comunicare sul web, incidono anche sulla SEO e sul posizionamento?
Le Emoji non hanno nessun legame diretto con la SEO in sé per sé, ma ce l’hanno piuttosto con la User Experience e con l’UX Design, che a loro volta possono impattare indirettamente anche sulla SEO.
Ricordiamo che le Emoji e Google hanno avuto nel tempo rapporti contrastanti:
SE PERTINENTI, quindi, le Emoji possono comunicare con Google, così come fa ogni altra parola del dizionario, un po’ come se si trattasse di ideogrammi.
Inoltre, dal 2016 è anche possibile utilizzare le Emoji nella query per generare una SERP.
Le Emoji quindi incidono sulla User Experience degli utenti, attirando l’attenzione e offrendo opportunità di diversificazione.
Ne deriva che le Emoji possono influenzare – positivamente o negativamente – il CTR complessivo nella Ricerca Google.
Le Emoji possono essere inserite anche nel Title e nella Meta Description, anche se dal nostro punto di vista questi meta tags non hanno realmente bisogno di emoji, visto anche il numero limitato di caratteri disponibili / consigliati.
La linea di buon senso da seguire è quindi quella di saper utilizzare coerentemente e contestualmente tale forma di “alfabeto” e nel saper prevedere e comprendere la percezione del pubblico, che – come vedremo più avanti- può essere influenzata da diversi fattori, oltre che essere soggettiva.
Non serve dire che – oltre al contesto specifico – la scelta di utilizzare o meno le Emoji ed eventualmente di come farlo, dipende dal tono di voce del brand o del sito web in questione, e dal target della comunicazione.
Sicuramente incidono sulla user experience, ma non necessariamente in modo positivo.
Emoji e Gap generazionali o culturali
Se consideriamo le Emoji al pari di un alfabeto e le paragoniamo quindi al nostro vocabolario semantico, risulta evidente come esse siano strettamente legate alla società e alla cultura, oltre che alla tecnologia.
Se inizialmente le Emoji (ma anche le emoticon) nascevano per compensare una “mancanza”, ossia traslare la comunicazione da “faccia a faccia” al “buio”, tramite lo schermo di un device, oggi non è più questa la loro funzione.
Sia a livello generazionale che culturale, quindi, alla stessa Emoji possono o potrebbero essere associati significati – o sfumature di significato – diversi, a seconda del contesto o a seguito di eventuali avvenimenti storici specifici.
Esempio: 💀 Boomer = morte – 💀 Generazione Z = muoio dal ridere
Se il Gap generazionale incide sul modo di comunicare, recepire e comprendere, ovviamente il Gap culturale non solo fa altrettanto, ma molto di più!
A questo punto non si parlerebbe solo di Emoji, ovviamente, ma in generale di stile di vita, cultura, scale di valori e così via…
Se il dizionario è sempre aperto a modifiche o integrazioni, ancor di più ovviamente lo è il web!
Per andare meglio al sodo e per qualche esempio più concreto, lascio però la parola alla mia collega Lucia, che oltre ad essere un’ottima copywriter è anche mamma di 2 adolescenti.
Le Emoji per gli adolescenti (oggi…)
Come ha scritto correttamente fin qui Federica, le emoji vengono ancora oggi molto utilizzate anche dalla Generazione Z, i giovani nati tra il 1995 e il 2010.
L’unica differenza è l’intento con cui vengono utilizzate.
Federica ha già fatto un esempio esemplificativo, che condivido e ripropongo: ⚰️ o 💀 non significa più “morto”, ma diventa “morto dal ridere”. La grassa risata non si esprime più con 😂, ma diventa “AHAHAHAH”.
Emoji come 😂 🙈👍👌sono infatti bandite dal registro comunicativo dei giovanissimi, perché considerate da “boomer”, intenso come “vecchio” e non come individuo nato nel periodo 1946 – 1964.
Via libera invece ad emoji come 😅 🤣 😘 😔 😳 😱, ma solo se usate in tono ironico.
Un esempio: “si certo lei mi sta molto simpatica 😅” oppure “grazie 😘😘😘” per un ringraziamento con tono ironico.
Altre emoji “permesse” dalla Gen Z
🥰 si usa quando si vuole fare un complimento, es. “sei stupenda 🥰🥰🥰”.
😭 utilizzata sia per esprimere qualcosa di triste, sia quando si vuole fare un complimento, es. “sei bellissima 😭😭😭”.
🔥 per fare complimenti, es. “che bella che sei 🔥🔥🔥”.
🫠 per simboleggiare quando “ti sciogli”, es. “io sono cotta di lui 🫠🫠”.
🥹 per ringraziare quando ti dicono qualcosa di carino, es. “grazie mille 🥹”.
❤️ usato molto, per tutto.
Parlando sempre di cuori, una piccola curiosità su una recente moda che negli ultimi anni è spopolata su WhatsApp.
Le emoji del cuore diventano un simbolo moderno di legame e amicizia: ogni coppia di amiche decide di dedicarsi un cuore (che può essere ❤️, 💘, 💞, ❤️🔥, etc…). Il cuore scelto rappresenta il loro legame e viene utilizzato vicino al nome dell’amica, per salvare il suo numero su WhatsApp.
L’obiettivo è avere tutti i cuori “occupati”, simbolo di avere molte amiche. Se non hai cuori “liberi” da condividere su WhatsApp, significa che sei una persona popolare e hai un’ampia cerchia di amiche.
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