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Vendere prodotti nelle schede Google My Business: una realtà imminente

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Torniamo sull’argomento Google My Business, che sembra essere il vero canale ricco di novità dal punto di vista Social e di business. Abbiamo parlato recentemente delle novità su Google My Business e di come gestire questo potente strumento di marketing con successo, ma ci torniamo volentieri oggi, per via dei numerosi rumors che si inseguono in queste settimane.

Una delle novità principali elencate nel precedente articolo, infatti, era quella del caricamento dei prodotti nella scheda GMB. Ma ci sarebbe un’evoluzione davvero interessante, rispetto al solo caricamento dei prodotti…

Riepilogo. Attualmente è possibile caricare i propri prodotti o servizi, inserire informazioni generali relative al costo e alla descrizione di ciascun elemento in vendita, ovviamente anche caricare immagini che rappresentino prodotti e servizi ed infine includere un link esterno che porta poi alla pagina del prodotto del tuo e-commerce. Non male, ma si tratta pur sempre di una semplice vetrina, “costosa” in termini di tempo anche dal punto di vista della gestione (carica i prodotti nuovi, togli i vecchi, aggiorna i prezzi e le descrizioni, e così via).

[Articolo aggiornato al 6 giugno 2020]
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Una scheda di una location così famosa e in vista come questa registra tranquillamente oltre 5/10 milioni di visualizzazioni mensili.

Eppure qualche scheda Google presenta già la vendita (vedi esempio): si tratta però di una possibilità concessa per il momento a pochi big player che riescono ad interfacciarsi direttamente con Google e a cui Google permette tale integrazione.

Non a caso aziende in vista e quotate come Tiqets e Booking hanno questa chance, molto più arduo per altre realtà volenterose ma meno note.

C’è da sottolineare, comunque, che il lancio di Facebook Shops non potrà che giovare alla situazione, inducendo Google ad accelerare sul fronte vendita online tramite My Business per tutte le attività. Il rischio, infatti, sarebbe di perdere definitivamente la sfida e-commerce con Facebook per le piccole realtà locali.

Ma cosa succederebbe se nella TUA scheda Google My Business comparisse un bottone di acquisto di questo tipo, con vendita gestita da un servizio esterno?

Succede che, al momento, non puoi farci granché e dovrai accettare la situazione: abbiamo interpellato Google proprio per un caso come questo e la risposta è stata chiara. Puoi:

  • Chiedere al servizio esterno di cessare la vendita sulla tua scheda GMB (auguri)
  • Interdire tout court questo servizio esterno dalla vendita dei tuoi prodotti o servizi, quindi proprio a livello commerciale globale.

Qualche info pubblica sul tema si trova anche qui: https://support.google.com/business/answer/6218037?hl=it

È evidente che:

  1. la prima via è uno sparo nel buio e difficilmente il servizio esterno si priverebbe di tale vetrina di visibilità (vendere direttamente nella pagina dei risultati di Google, da una scheda visibile in Google Maps, è un driver di conversioni enorme);
  2. la seconda via rischia di essere molto controproducente, perché si priverebbe una azienda esterna certamente autorevole e fidata di fare affari con e per te.

Prodotti in vendita su Google My Business: un’evoluzione in chiave anti-Amazon

L’evoluzione però prevedrebbe che entro un anno i piccoli negozianti potranno vendere direttamente dentro la scheda Google i propri prodotti, quindi con un gateway di pagamento direttamente gestito dentro alla scheda Google.

I prodotti sarebbero quindi visibili anche su Google Maps. Prova a immaginare l’effetto dirompente:

un utente cerca una sedia specifica su Google e – magari da mobile – appaiono su Google Maps i negozi vicini all’utente che hanno disponibile quella sedia, con il prezzo e tutte le informazioni rilevanti. Acquisto rapidamente (con Google Pay, perché no) direttamente dentro a Google e poi vado a ritirarla o me la faccio spedire.

Da indiscrezioni molto autorevoli questa enorme novità sarà disponibile già entro pochi mesi, anche in Italia, per determinate schede di negozi locali.

Come funzionerà la vendita per le piccole attività su Google

🛒 Si potrà inserire il proprio inventario sulla pagina GMB (si potrà sfruttare anche Google Merchant e il suo Local Inventory Ads utile per Google Shopping? Auspicabile). Gli utenti potranno vedere ed acquistare senza uscire dall’ecosistema Google, con una esperienza di acquisto seamless, per poi ritirarli direttamente in negozio, in punti di ritiro o – potenzialmente anche spediti tramite corriere.

Il concetto di fondo è decisamente in chiave anti-Amazon: GMB si candiderebbe – così facendo – ad essere il riferimento cruciale per la vendita online di tutte quelle attività che non vogliono e non possono “massificarsi” dentro a giganteschi marketplace, dove le loro peculiarità non potrebbero emergere. Sarebbe una misura per le “boutique del centro storico” quasi, per prodotti unici o freschi.

È anche un ambizioso proporsi di Google in quanto centro di gravità unico lato business per le piccole attività, che sempre meno abbisognano di un proprio sito o e-commerce: la scheda Google ti dà già tutto, gratuitamente.

Se questa concreta ipotesi diventerà realtà, Google farebbe una dichiarazione forte a favore dei piccoli retailer “umani”, non uniformati, che vogliono o devono mantenere forte una propria identità, all’opposto della standardizzazione estrema rappresentata dai marketplace.

In senso generale, Google è un’arena in cui viene offerta visibilità, ma nella quale si compete (o si paga) per avere più visibilità di altri.

Ritorna ancora una volta il tema dell’autorevolezza online; a tal riguardo Google sembra voler dare centralità alle azioni e alle interazioni umane, realmente presenti nella ricerca di beni e servizi “attorno a te”, nella realtà fisica degli utenti. Una specie di riscatto del “negozio di vicinato”, dove viene premiato chi più riesce a comunicare in modo umano e quasi “antico”, senza “orari migliori per pubblicare” o stili preconfezionati.

E Google come controllerà i venditori e come bilancerà la loro visibilità?

PARE addirittura con attività prettamente “retail” come mystery shopping o telefonate a campione per verificare la disponibilità dell’assortimento. Modalità “vecchia maniera”, in attesa di automatismi migliori. È chiaro, comunque, che anche tutte le altre buone pratiche di gestione della propria scheda Google My Business saranno fondamentali per avere un buon ranking e scalzare la concorrenza. 

Peraltro, Google comprende sempre meglio gli intenti di ricerca degli utenti grazie all’Intelligenza Artificiale, mostrando le schede My Business più adatte a seconda delle ricerche fatte dagli utenti, anche per parole chiave che magari non sono contenute in titolo e descrizione delle schede, ma che si conciliano bene – nella realtà – con ciò che quell’attività offre agli utenti.

Tornando alla vendita tramite Google My Business: quando sarà possibile? Non c’è una data certa, ma la direzione intrapresa da Big G sembrerebbe essere questa.

Meglio quindi attivarsi per cominciare a gestire con professionalità e proattività la scheda Google… Non sia mai che diventi la tua migliore fonte di vendite.

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