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Spreco di budget nelle Social Ads: come capirlo e intervenire

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Articolo aggiornato il 5 Settembre 2025

Investire nella pubblicità sui social è una mossa strategica centrale se l’obiettivo è quello di aumentare la visibilità di un brand nel digitale, vendere un prodotto o un servizio, oppure raggiungere un pubblico vasto ma preciso. 

Spesso, però, si attiva una campagna senza aver ben chiaro l’obiettivo, o il target a cui ci si vuole rivolgere, con il risultato che l’investimento venga sprecato o si rimanga generalmente insoddisfatti, sperando infatti di ricevere chissà quali esiti fantasmagorici dall’attività pubblicitaria. 

Ma come si fa a capire se la pubblicità sta funzionando sui social e quali sono le metriche da verificare?

Te ne parliamo in questo articolo mostrandoti i valori da considerare, i segnali a cui prestare attenzione e le buone pratiche da adottare per evitare sprechi e ottimizzare la tue inserzioni. 

I segnali che indicano che stai sprecando budget sui social

Quando si decide di attivare una campagna pubblicitaria sui social, che si tratti del mondo Meta (Facebook e Instagram), TikTok, LinkedIn o perfino Pinterest, occorre monitorare alcuni valori

Se queste metriche si alzano o si abbassano repentinamente, oppure non si spostano affatto, probabilmente c’è qualcosa da rivedere. 

Vediamone alcune.

1. CTR bassissimo o stabile da settimane

Il CTR (Click Through Rate) indica il “tasso di click”, ovvero quante persone cliccano sull’annuncio in relazione a quante lo vedono.

Si tratta di una metrica rilevante, perché mostra il livello di interesse che le persone hanno nei confronti del tuo annuncio. Di fatto, ne misura l’attrattività.

Se il CTR è molto basso (<1%) è bene agire subito: 

  • modificando la creatività, perché forse non è abbastanza chiara e coinvolgente;
  • targettizzando meglio le persone, selezionando cioè le persone a cui vuoi mostrare la pubblicità (se il CTR è basso, fino a quel momento lo hanno visto utenti che non nutrono interesse rispetto a ciò che proponi);
  • creando una CTA (call to action) più efficace che spinga le persone a svolgere a un’azione precisa, come un click sul link;
  • valutando il posizionamento dell’annuncio, perché un Adv poco evidente o troppo ripetuta può rischiare di non essere vista o annoiare gli utenti.

Potrebbero esserci anche problemi in termini di attrattività del brand che sta proponendo tale annuncio pubblicitario.

2. CPA troppo alto 

Il CPA (Cost Per Acquisition) indica il Costo per Acquisizione, ovvero il costo medio speso per ottenere un obiettivo specifico, che si tratti di una vendita o una registrazione a una newsletter. 

Se il CPA è più alto rispetto al margine di profitto di una vendita è bene rivedere la campagna sui social verificando che: 

  • gli utenti di destinazione siano in target, lavorando su interessi e comportamenti perché un’audience troppo ampia o generica non ti serve e può aumentare i costi;
  • la creatività sia attraente, sperimentando nuovi visual, headline più dirette e formati diversi (caroselli o video pubblicitari);
  • il posizionamento dell’annuncio sia corretto, impostando correttamente ogni parametro della pubblicità ed evitando alcuni automatismi proposti talvolta dai canali social, che portano utenti di poco valore e alzano i costi;
  • la landing page sia chiara e sostenga l’utente a completare con praticità l’azione richiesta, come la prenotazione a un servizio. Un processo di conversione troppo lungo o complesso, infatti, può portare la persona ad abbandonare la pagina prima del tempo;
  • l’obiettivo della pubblicità sia coerente con quelli aziendali. Se vuoi generare conversioni ma stai utilizzando un obiettivo di traffico, allora i risultati difficilmente saranno quelli desiderati!

3. Nessuna crescita in brand search né interazioni

Un’inserzione efficace sui social genera anche un impatto indiretto, come l’aumento delle ricerche del brand su Google, maggiori interazioni sui social e talvolta una crescita dei follower. 

Se non noti dei segnali di crescita trasversale (nel tempo), allora c’è qualcosa che non funziona nella pubblicità. L’ideale è valutare: 

  • la pertinenza del messaggio, cercando di capire se il contenuto dell’annuncio è rilevante per le persone, se la campagna stimola la curiosità delle persone e trasmette i valori del brand;
  • il pubblico, provando a comprendere se stai parlando alle persone giuste. Come nei precedenti casi, se l’utenza selezionata è troppo ampia o mal definita, si rischia di mostrare l’annuncio a chi non ha alcun interesse per il tuo brand;
  • la creatività, usando formati più coinvolgenti, come video e reel per colpire visivamente ed emotivamente chi li guarda;
  • il budget, impostando un budget proporzionato agli obiettivi reali e alla portata desiderata (per esempio una campagna da 5 euro al giorno per la brand awareness difficilmente porterà al risultato sperato).

4. Impression alte, conversioni basse

Se l’annuncio sui social è visualizzato molte volte (impression alte) ma non genera azioni (conversioni basse) come acquisti, iscrizioni, chiamate in azienda… allora ci può essere un problema… e uno spreco di budget. 

Se tante persone vedono l’inserzione ma poche interagiscono, forse l’adv è poco convincente, ha un invito all’azione non chiaro o, più semplicemente, ciò che viene offerto non viene ritenuto attraente o con un giusto rapporto costi/benefici.

O ancora una volta il pubblico selezionato è sbagliato. 

Cosa fare? 

  • ottimizzare il contenuto dell’annuncio, rendendolo più coinvolgente per le persone; 
  • selezionare il target giusto a cui mostrare l’annuncio, accertandoti che quelle a cui ti rivolgi siano persone interessate davvero a ciò che proponi; 
  • stabilire gli obiettivi della campagna con chiarezza, per valutare l’andamento dell’annuncio e misurare le metriche, apportando le modifiche necessarie. 

In tanti casi, il problema sta proprio nell’offerta di prodotto / servizio percepito come non valido o inferiore alla concorrenza o non attraente. In questi casi, la pubblicità può fare ben poco…

4. Traffico alto al sito, ma zero (o poche) conversioni

Se si riesce a portare traffico al sito, ma poi le persone non completano l’azione desiderata (iscrizione, acquisto, contatto/lead), la pubblicità potrebbe generare uno spreco di budget perché il flusso si interrompe. 

Il problema si potrebbe risolvere, come nei precedenti casi, accertandosi che sia stato selezionato per bene il pubblico a cui si rivolge l’inserzione e che la creatività sia convincente.

Presta attenzione, poi:

  • alla pagina di atterraggio, affinché sia coerente con l’annuncio (perché se l’utente clicca aspettandosi una cosa e ne trova un’altra, abbandona la pagina);
  • alla velocità e l’usabilità del sito web, perché una piattaforma lenta, difficile da navigare, non ottimizzata per l’UX secondo logiche di content design, fa crollare le conversioni anche in presenza di traffico di qualità;
  • all’offerta chiara e convincente, elevando il valore del prodotto o del servizio proposto;
  • gli utenti, selezionando per esempio solo chi è pronto a fare l’azione richiesta, come un acquisto;
  • al tracciamento, controllando che ogni informazione inserita sia ben attribuita.

Le altre metriche che contano nelle campagne social

Quando si imposta una promozione sui social, esistono ulteriori metriche da monitorare per comprendere meglio se si stanno raggiungendo gli obiettivi di business e l’impatto economico generato.

Tra le principali:

  • ROAS (Return on Ad Spend), indica il ricavo generato per ogni euro speso in pubblicità. Se è elevato, la campagna sta generando profitti; se è basso la strategia va rivista o siamo in regime di start-up / lancio di un progetto, ergo serve pazienza.
  • Engagement, mostra il coinvolgimento del target, ovvero quanto le persone sono interessate all’annuncio. Se è alto, allora i contenuti sono stimolanti per il target a cui vengono mostrati.
  • Reach, ovvero la portata: specifica il numero di persone uniche che hanno visto l’inserzione. Il dato va confrontato con l’engagement, per capire quante conversioni arrivano dal target selezionato e se gli utenti sono in linea con la proposta.
  • ROI, il ritorno sull’investimento, ovvero la metrica che evidenzia il ricavo effettivo rispetto all’investimento. Si calcola tracciando le entrate generate dal canale di visite in questione, confrontandole con i costi di gestione delle promozioni.  

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Dove si trovano le metriche pubblicitarie sui social media e come si misurano?

Le piattaforme social offrono strumenti di analisi integrati che contengono le metriche necessarie per valutare se si sta ottimizzando o sprecando il budget per la pubblicità. 

Ciascun social media è dotato di una sezione con i principali Insight che vanno poi letti e compresi nel loro contesto. 

Esistono anche strumenti esterni, anche notevolmente avanzati, che consentono di verificare ancora meglio tutte le metriche dei vari social da una sola piattaforma. 

Qualunque metodo si scelga per l’analisi, è importante saper interpretare i dati nel loro complesso e trovare eventuali soluzioni per ottimizzare o raddrizzare un’inserzione che non funziona. 

Un monitoraggio costante dei dati permette di capire l’andamento della campagna, agendo tempestivamente – se necessario – per evitare gli sprechi di denaro

Saper analizzare le metriche, inoltre, ti consente di identificare i contenuti più performanti per il tuo business e selezionare il bacino d’utenza migliore per i tuoi obiettivi. 

Quando ha senso investire in pubblicità sui social

Attivare una o più inserzioni sui social è strategico. In Italia, infatti, il 90% della popolazione è connesso a Internet, con un tempo medio online di quasi 6 ore al giorno (Fonte: Digital 2025). 

Gli italiani stanno interagendo con i social per una media di 1 ora e 48 minuti al giorno, confermando così di impiegare questi strumenti anche come una fonte preziosa per trovare informazioni sui brand

A tal proposito, infatti, una persona su quattro afferma di scoprire nuovi marchi, prodotti e servizi proprio tramite gli annunci sponsorizzati sui social.

Per ottenere risultati concreti, usando bene il budget a propria disposizione, serve una strategia basata su:

  • un’offerta precisa e con obiettivi tangibili;
  • un pubblico di riferimento validato;
  • una landing page ben strutturata e un sito performante per completare un’eventuale richiesta di dati, compilazione di form e vendita;
  • un tracciamento dei risultati completo e funzionante.

Investire in una campagna pubblicitaria sui social media ha senso anche nel caso in cui si vogliano raccogliere dei dati o contatti di valore, da impiegare poi in altre attività di marketing (come l’e-mail marketing, per esempio), oppure scalare un risultato già validato. 

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Pubblicità vincente sui social media: stabilisci obiettivi chiari

Il primo passo per evitare sprechi di budget nelle inserzioni è definire i propri traguardi. Gli obiettivi dovrebbero essere SMART, ovvero: 

  • specifici, definendo i fini unici della campagna (aumento del traffico sul sito web, ottenimento di contatti di valore, vendite); 
  • misurabili, stabilendo le metriche più idonee per comprendere se si sta andando verso il traguardo prefissato; 
  • raggiungibili, con propositi realistici e facili da ottenere con le risorse a propria disposizione (come: budget, tempo, competenze);
  • rilevanti, con obiettivi specifici per ogni campagna in linea con gli scopi aziendali;
  • temporizzati, con una scadenza temporale ben definita.

Un esempio di una campagna SMART può essere: “aumentare del 25% le iscrizioni alla newsletter in 30 giorni”. 

Quali obiettivi prefiggersi per una campagna social efficace?

Gli intenti finali determinano il tipo di campagna da impostare e il modo in cui l’algoritmo ottimizzerà la spesa. Tra gli obiettivi più comuni ci sono:

  • brand awareness, per far conoscere il marchio a un target ampio e nuovo;
  • traffico, per portare visitatori sul sito web o verso la landing page; 
  • interazioni, per aumentare commenti, like e condivisioni allo scopo di creare una community;
  • lead generation, per raccogliere contatti profilati da utilizzare in successive azioni di marketing;
  • conversioni, per generare vendite dirette, prenotazioni o altre azioni specifiche.

Chiarire fin dall’inizio il tipo di risultato da raggiungere è indispensabile per valutare se il budget investito viene speso bene.  

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Come ottimizzare il budget e migliorare i risultati

Infine, l’ottimizzazione del budget, per evitare sperperi.

Per creare inserzioni di successo, gestendo al meglio la somma a disposizione, puoi adottare alcuni accorgimenti. 

Per esempio, un’ottima segmentazione del pubblico e l’uso degli A/B test evitano che l’annuncio raggiunga un bacino d’utenza troppo ampio o generico (quindi poco interessato a ciò che proponi e/o vendi), o all’opposto eccessivamente ristretto e insufficiente. 

Creare dei segmenti specifici e testare delle varianti di testo, visual e target ti consente di comprendere cosa funziona meglio per la tua realtà. 

Un A/B test ben condotto, infatti, ti permette di investire solo su ciò che converte davvero, ottimizzando di fatto la spesa. 

Un altro accorgimento è quello di preferire contenuti unici. Le persone, infatti, tendono a evitare inconsciamente le ads simili tra loro (è un fenomeno noto come banner blindness). 

Dunque, che si tratti di visual dinamici, video Ads, caroselli, formati interattivi o video fatti con l’AI, per catturare l’attenzione è bene puntare su annunci che si distinguono dagli altri, soprattutto da quelli dei competitor. Serve creatività e pensiero fuori dagli schemi!

Va inoltre precisato che il potenziale cliente, prima di effettuare un acquisto, attraversa teoricamente diverse fasi. 

Questo modello, storicamente noto come funnel di marketing o imbuto (spesso contestato perché troppo ingessato rispetto a ciò che avviene in realtà → “messy middle”), prevede degli step che per semplicità sono sintetizzati in:

  • consapevolezza (TOFU), quella in cui la persona entra in contatto con il brand o determinati prodotti per la prima volta;
  • considerazione (MOFU), in cui il cliente sta cercando una soluzione a un problema e valuta differenti opzioni;
  • decisionale (BOFU), l’utente è pronto a comprare. 

Il messaggio e il contenuto dell’inserzione dovrebbero quanto meno considerare l’esistenza di diversi “momenti” decisionali e dunque variare a seconda delle fasi.  

Investire sui social può essere estremamente efficace, ma solo se ci si fa guidare dalla lettura dei dati e se alla base c’è una strategia adeguata

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I nostri Adv specialist possono consigliarti le piattaforme social migliori in cui investire, ideare le grafiche e pianificare le campagne su Facebook, Instagram, TikTok, LinkedIn e Pinterest monitorando costantemente i risultati. 

Creiamo report chiari e trasparenti per spiegarti come abbiamo raggiunto i traguardi prefissati e, nel caso in cui servano modifiche alle inserzioni, ti avvisiamo subito per effettuare le modifiche più opportune. 

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