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La maggior parte dei business online (o presunti tali) cerca di accalappiare immediatamente l’utente per vendergli qualcosa, bene o servizio che sia. Il problema del vendere online è che ci sono troppe attività (online e tradizionali) che stanno cercando di vendere il medesimo bene o servizio: la concorrenza spietata, le diverse percezioni legate ai brand, i prezzi variabili online, i differenti livelli di fiducia provati dagli utenti online… tutto concorre ad aumentare il grado di disorientamento del possibile cliente che, alla fin fine, va a finire che non compra nulla.
Il cliente si conquista per gradi
Nei negozi tradizionali, la vendita si conquista per gradi: l’approccio al consumatore, qualche informazione ben presentata (in diversi momenti, ormai sempre più secondo un flusso multicanale), la conquista della sua fiducia, un po’ di supporto tra le tante alternative acquistabili e, infine, FORSE il cliente acquista.
Online avviene qualcosa di analogo, grazie a contenuti efficaci e di qualità, web design, strategia di comunicazione, promozioni, Social Network… sono tutte variabili che possono aiutare la vendita.
Tra tutti questi elementi ce n’è uno che online mantiene un peso specifico notevole: mi riferisco alla Newsletter, strumento di “digital” fondamentale anche per chi non vende nulla [ne ho già parlato: parti da qui per capire come fare la tua newsletter]
Perché proprio la old-fashioned newsletter?
Vediamo 7 super motiviInsomma, i motivi a sostegno della Newsletter non mancano. Ho voluto fare questa lunga premessa perché spesso il datamining e conseguentemente le newsletter spesso non vengono considerate a sufficienza, vengono sottovalutate nonostante il potenziale.
Un potenziale tale, però, merita di essere espresso al meglio. Ecco perché oggi mi concentro sulle buone pratiche per costruire una newsletter aziendale divertente, originale e di successo. Insomma, una newsletter che gli iscritti abbiano veramente voglia di aprire e leggere.
Come realizzare una Newsletter aziendale efficace: 8 vie efficaci
1.L’iscrizione alla newsletter deve essere un vostro obiettivo strategico
Un utente che si iscrive alla newsletter non deve essere una casualità, ma il frutto di una strategia basata su contenuti fenomenali, su un’autorevolezza online costruita nel tempo, su vantaggi offerti ai lettori e anche su sforzi pubblicitari-promozionali messi in campo per allargare le proprie liste di utenti..
E’ questo il caso dell’agenzia SEO Moca di Treviso o di Musement che non mancano l’occasione di sfruttare anche Twitter Ads in maniera brillante e al tempo stesso semplice e, credo, funzionale.
A livello strategico, uno degli esempi che più mi ha colpito è quello proposto da MOO [LEGGI la pazzesca case history di MOO]
La MOOsLETTER è, di fatto, un appuntamento fisso per aiutare l’imprenditore, una vera e propria consulenza di business. Si fa poca menzione ai prodotti di MOO, poiché l’attenzione viene dedicata a dare supporto al libero professionista, allo startupper o all’azienda con approfondimenti, interviste, risorse, tool. Peraltro, entrando nel sito di MOO, come prima cosa ci si imbatte proprio nell’invito all’iscrizione: significativo di quanto importante sia il database di e-mail per un e-commerce.
2.Gli utenti sono diffidenti: fate vedere cosa succede se si iscrivono alla Newsletter
La diffidenza online impera: mi arriveranno mail di spam? In mano a chi finirà il mio indirizzo e-mail?
Ebbene, ho scoperto quasi per caso Hazen (http://www.hazen.it/newsletter), uno studio dentistico che con grande semplicità e trasparenza rende disponibile un archivio newsletter per far capire agli utenti quali contenuti e offerte riceveranno… (e quanto bella e curata è la loro newsletter).
3.Quali contenuti metterci? La regola 90-10 di Hubspot
In questo bell’e-book, Hubspot insiste su un tema chiaro e semplice: la tua newsletter dovrebbe avere un 90% di contenuti informativi e solo un 10% di contenuti promozionali.
I contenuti informativi vanno a soddisfare la “voglia di sapere” di utenti a target che apprezzano gli argomenti di un certo settore: questa sete informativa è soddisfatta con contenuti di qualità che erogate in maniera esclusiva e riservata agli iscritti alla vostra mailing list riaccendendo contestualmente la passione per l’argomento oggetto della vostra attività (e quindi, perché no, stimolando la voglia di acquisto).
Un esempio: vendete magliette e parlate per il 90% dei nuovi trend di moda, di come abbinarle, etc.. e in quel 10% mostrate la maglietta della settimana con un bellissimo sconto del 5% riservato agli iscritti della newsletter.
4.Contenuti legati a cadenze temporali
Una classica comunicazione che diventa un appuntamento fisso, quasi atteso, può essere un modo intelligente per rispondere alla domanda “ma quanto spesso devo mandare la newsletter?”. Ecco qualche esempio:
…sono una traccia da riempire di contenuti che detta automaticamente la cadenza temporale di invio.
5.Titoli e call to action fanno la differenza
Nulla di nuovo: per innescare la curiosità degli utenti e stimolare click bisogna essere oltremodo creativi e questo nelle newsletter è indispensabile.
Vi lascio solo un esempio: http://www.thrillist.com/. I titoli dei post e delle Newsletter di Thrillist sono impareggiabili…
6.La “Rassegna”
Le Newsletter che preferisco sono delle rassegne, anche molto schematiche, di approfondimenti veramente qualitativi su temi specifici. E’ una content curation elevata alla potenza, destinata ad un pubblico di appassionati che ha fame di contenuti di qualità.
Nel momento in cui “servite” una selezione di contenuti o idee che vi è costata un bel po’ di tempo a livello di ricerca, allora state facendo un gran favore agli utenti della vostra lista di e-mail. Verso i quali acquisirete “molti punti” e conseguentemente autorevolezza [SAI perché è importante aumentare il vostro TRUST online?]
Un esempio efficacissimo di questo tipo di Newsletter è quella proposta da Medium (https://medium.com/) e anche da… Bee-Social! :)
Ti puoi iscrivere da qui: risorse riservate – gratis – ogni mese (e ottieni subito l’e-book gratuito sui Contenuti Online)
7.
Differenziare gli invii
Basta visitare questa pagina di Harvard per capire quanto sia importante segmentare gli utenti e provare a differenziare maggiormente gli invii, soprattutto per grandi player con contenuti trasversali.
8.Guide, tool, risorse in generale
Similmente alla “rassegna”, sono super apprezzati contenuti come guide e e-book veicolati tramite newsletter. Un esempio top è rappresentato da Photoshelter.com, che incentra le proprie comunicazioni su notizie legate ad eventi, qualche selezionatissimo contenuto e guide su guide per gli appassionati di fotografia.
Queste sono linee guida generali per fare delle buone newsletter aziendali. Il resto ce lo mette la fantasia, la conoscenza del vostro target, la passione che avete per ciò che fate.
Ad ogni modo, in questo articolo di Hubspot, trovate anche qualche e-mail particolarmente bizzarra, divertente e geniale per fare breccia nel cuore dei vostri lettori…
Attendo i vostri pareri!
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