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Qualunque canale di comunicazione può essere “piegato” alle proprie esigenze, uscendo dai canoni, dalle “buone pratiche”, da ciò che è opportuno o inopportuno.
È un po’ la prerogativa dei bravi comunicatori: sorprendere, reinterpretare, lanciare nuove mode. E anche delle nuove generazioni.
Mi riferisco agli account “Thrifty” o “Thrift” che nascono uno dietro l’altro, soprattutto su Instagram, creati da vari teenager americani per vendere tramite Instagram.
Cosa sono gli account Instagram “Thrifty” o “Thrift”
Sono dei normalissimi account Instagram, semplicemente cambia il modo di utilizzarli da parte dei gestori, a livello di scelta dei contenuti: vengono pubblicati degli indumenti in vendita, per lo più usati, ma certamente cool. Il meccanismo di vendita funziona come una sorta di asta, le cui “offerte” vengono accolte nei commenti sotto a ciascun post.
Le offerte sono solitamente al rialzo di 1 dollaro (ma non per forza) e si concludono spesso dopo 24h dalla pubblicazione del post. L’offerta vincente è l’ultima ricevuta allo scoccare del termine di tempo stabilito, o l’offerta BIN (Buy It Now), pari pari al “Compralo ora” di E-bay.
E i termini di vendita? Come raccontare funzionamenti e regole di questa vendita online informale?
Ovviamente tramite le stories, organizzate come se fossero le pagine del menù di un e-commerce (regole, come funziona, restituzioni, modalità di pagamento, etc).
Ecco qualche esempio dei numerosi account/e-commerce che nascono in USA:
Una lista corposa? Qui: thriftanistainthecity.com/2019/03/50-thrift-fashion-instagram-accounts-to.html
Questa modalità di utilizzo di Instagram mette in fuorigioco (e in allerta!) i canali tradizionali, nati proprio a questo scopo (vendere – Subito, E-bay, Amazon e vari altri marketplace) e magari rivolti anche a un target di giovanissimi (Depop, Poshmark).
E-bay e compagnia bella sono troppo strutturati e fuori dal radar dei teenager, al momento; le brutte notizie semmai arrivano proprio per Depop e Poshmark, nati per questo scopo (e verso quel target di utenza) ma scavalcati brutalmente da Instagram, considerato molto più personale, immediato (in tutto ciò, Tik Tok che fa?). A detta delle creatrici intervistate qua e là (fonti a fondo pagina), Instagram è preferito in quanto “interpersonale”, perché consente di stabilire un rapporto diretto e costante con amici e fan vari.
L’uso di Instagram e il meccanismo dell’asta tramite commenti denota pure una certa furbizia, nonché una certa conoscenza del funzionamento dei Social Network. L’infinità di commenti che si sviluppano sotto ciascun post – magari in poco tempo – alimentano l’algoritmo di Instagram e danno grande visibilità naturale ai prodotti pubblicati.
Parliamo di piccoli mercatini virtuali al di fuori delle regole classiche, ma sembrerebbe anche al di fuori delle regole fiscali. Una sorta di sperimentazioni e “hacking” di canali non preposti a quell’uso.
Piccola nota: “vendere su Instagram” è un aspetto che organicamente ha sempre cercato delle vie non ufficiali per svilupparsi. Nel lontano 2015 sul nostro blog pubblicammo un articolo che segnalava alcune modalità non convenzionali di utenti early adopters che erano riusciti a vendere grazie a Instagram. Trovi qui i casi raccontati a suo tempo: bee-social.it/come-vendere-su-instagram
Quanto si può guadagnare con gli account Thrift di Instagram?
Funkytrifts – a detta delle due creatrici 16enni – registra mediamente 400 dollari al mese.
Altri account dichiarano cifre anche superiori, fino a 1.700 dollari al mese. Cifre misere se comparate a e-commerce professionali, ma comunque interessanti per un teenager che sta sperimentando il mondo dell’e-commerce fai-da-te.
Il fai-da-te si manifesta anche nelle modalità di pagamento, rigorosamente fuori dai canali ufficiali: PayPal ovviamente è presente, ma anche Venmo e CashApp, ossia tutti metodi di pagamento molto immediati, mobile-based, anzi… App-based.
Che fine faranno questi account?
🚫 A sensazione, alcuni chiuderanno, poiché richiedono molto tempo a livello di gestione. Certi miseri guadagni, col tempo, non saranno sufficienti a pagare gli sforzi necessari per la gestione. La routine di @funkytrifts è ferrea:
✅ Altri account, probabilmente, si evolveranno in e-commerce veri e propri, o per lo meno maggiormente strutturati. L’evoluzione sarà interessante da seguire, perché con ogni probabilità genererà nuove modalità di vendita e di gestione.
✳️ Altri ancora, forse, si posizioneranno in una modalità intermedia, grazie all’imminente lancio della modalità di vendita diretta su Instagram (Instagram Checkout). Ne abbiamo parlato qui: bee-social.it/vendere-instagram-checkout-pro-contro
Cosa impariamo dagli account Thrift
Un paio di fonti per approfondire i modi bizzarri di reinterpretare i Social Network (Instagram in particolare):
Come trovare idee per contenuti online che si posizionano su Google
Trucchi Facebook: alcune funzionalità nascoste, curiose e poco note
Come pubblicizzare un evento online locale: oltre 20 vie da considerare
Come funzionava Foursquare e come è stato sostituito – Strumenti di Local Marketing
Corsi di Laurea e Master in Social Media Marketing… si o no?
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